Dettagli Recensione
Alla ricerca della propria opera d'arte..
Brianda Gonzaga è una giovane donna in carriera, ama i libri e ne ha fatto il suo lavoro realizzandoli come editor. La sua vita scorre frenetica sino a quando non viene licenziata e da un giorno ad un altro si ritrova a mettere in discussione tutto ciò in cui ha creduto. Come sempre quando un dubbio si affaccia alla sua giornata si affida alla letteratura per scegliere la strada giusta da imboccare e così, senza nulla aspettarsi, intraprende un viaggio che cambierà la sua vita. Troverà infatti in Nuba un nuovo inizio, vere amicizie, un inaspettato mistero da risolvere ed un grande amore: Tomàs.
“Per fare della mia vita un'opera d'arte” è il dogma sul quale si incentra il romanzo, intorno al quale questo ruota. Non a caso questo è il grande desiderio della protagonista che sente di aver finalmente trovato il suo ruolo da protagonista, il suo posto nel mondo. In Tomàs, don Lorenzo e (la cattiva di turno) Romilda, ho riscontrato i personaggi meglio caratterizzati; questi, ognuno con le proprie qualità, hanno dato spessore al testo (Tomàs con le sue poche parole, don Lorenzo con le sue metafore e citazioni, Romilda con la sua brutale umanità portata sino al limite del tollerabile). Brianda a sua volta è una creazione interessante, capace di rapire ed affascinare chi legge.
Stilisticamente l’opera è ben scritta e seppure si apra con una partenza lenta che non convince il lettore, dopo le prime 50 pagine cambia battuta, accellera, si anima di luce propria, prende vita sino a scorrere fluentemente e rapidamente per le restanti. Si esaurisce senza difficoltà nell'arco massimo di due giorni. Le vicende sono ben narrate ed anche il “colpo di scena” è ben strutturato seppur intuibile. Nel corso di una circostanza si comprende qual è il mistero e la vera tragedia ma senza che nulla più sia svelato. La ratio di ciò si scopre passo dopo passo, indizio su indizio in un delicato crescendo.
La pecca dell’autrice risiede nel fatto che il componimento, seppure nasca come romanzo leggero da cui non aspettarsi molto se non una storia piacevole e con il dichiarato intendo del lieto fine, si perde in descrizioni superficiali, ridondanti, laconiche e (passatemi il termine) manzoniane (riposi in pace e perdoni i tentativi di emulazione) che potevano essere sintetizzate. A questo si sommano le eccessive citazioni. Non esagero nel dire che vi sono almeno due riferimenti ad autori di ogni genere con annesse parole per pagina. Generalmente le apprezzo perché avvalorano lo scritto ma in questo caso sono fuorvianti, pedanti, fanno perdere di vista il messaggio che volevasi trasmettere. Avrei selezionato maggiormente dando più spazio a quelle veramente utili ed interessanti per il conseguimento dell'obiettivo prefissato tagliando le superflue. Particolarmente opinabile il titolo. Sinceramente se non fosse stato uno dei regali ricevuti nei mesi scorsi non so se lo avrei mai comprato con una tale presentazione. Resta un buon libro, piacevole e capace di tenerti attaccato al suo scorrere dall'inizio alla fine.
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Commenti
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Senza considerare poi chi dà fiato alle parole e nel concreto non si adopera per la realizzazione di alcunché.
Mi fa piacere che sia stata di tuo gradimento, è sempre un piacere trovare i tuoi commenti, grazie :-)
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