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Olive Kitteridge
 
Olive Kitteridge 2015-05-26 13:45:46 Emilio Berra TO
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Emilio Berra  TO Opinione inserita da Emilio Berra TO    26 Mag, 2015
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Una donna in controluce

Olive Kitteridge è una donna complicata e con un brutto carattere: apparentemente logica e razionale (è insegnante di matematica), in effetti risulta alquanto umorale, dominata da impulsi emotivi che rendono la vita non sempre facile a chi le vive accanto: il marito e un figlio.
Ovviamente non vengono dati giudizi sul personaggio; infatti lei è consapevole di provare "qualcosa che a volte si gonfia come la testa di una seppia e spara un liquido nero dentro di me. Non ho mai voluto essere così".
Con un tale carattere, lo scotto da pagare, come si dice in un bellissimo film di Bergman, è la solitudine: "Non aveva mai avuto un amico altrettanto leale e gentile di suo marito: Eppure (...) Olive ricordò che inframmezzati a tutto il resto c'erano stati momenti in cui aveva avvertito una solitudine così profonda che una volta (...) il gesto delicato con cui il dentista le aveva voltato il mento (...) era stato per lei una tenera gentilezza di una profondità quasi straziante".

Per fortuna, il marito farmacista pare rimanere incontaminato; "con la sua ostinazione a restare ingenuo", "attraversava senza dolore la giornata" e "nella farmacia regnava la benevolenza nei riguardi del prossimo": la bontà d'animo, dunque, non è solo una virtù sociale, ma pure un balsamo nell'esistenza personale.
Sarà così anche per il figlio ? Olive sembra premunirsi: " Gli psicologi se la prendono sempre con la madre".

Il libro ha una struttura originale: pare un insieme di racconti in una scansione atta a costituire un romanzo: la vicenda individuale e familiare della protagonista è accompagnata da una serie di fatti e personaggi collaterali che in alcuni capitoli diventano essi stessi protagonisti.
Questo può rendere la lettura, in certi momenti, meno fluida e un po' dispersiva; però tali 'divagazioni' , secondo me, hanno la funzione di scandire e dilatare il tempo, perché intanto trascorrono gli anni, i decenni; le situazioni cambiano, si evolvono.

L'analisi psicologica e relazionale è molto pertinente e rimanda spesso a realtà più profonde. C'è particolare attenzione per i dettagli emotivi e per la loro portata nell'orientare i fatti.
La forma rispecchia l'andamento degli stati d'animo: a volte è brusca e respingente; in altri momenti dolce e gentile.
Anche i riferimenti climatici e stagionali percorrono l'intero romanzo, quasi a ricordarci che un libro così, nel panorama culturale americano, non può che provenire dal Nord-atlantico.

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letteratura americana contemporanea
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Commenti

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vale la pena anche di guardare la miniserie tratta dal libro...bellissima!
Grazie, Augusto.
Bel commento Emilio; lo "scotto da pagare è la solitudine" mi ricorda una scena famosa del film "Il posto delle fragole" con il malinconico professor Isaac Borg. Grazie. Ciao.
Ferruccio
Poveraccia, non è così male. Un sacco di donne sono così. Mi fa piacere che il libro abbia appassionato anche te. Di quale miniserie parlate?
Grazie Ferruccio. Sì, è così.
Mario, hai ragione: Olive, infatti, non viene presentata come un caso clinico; nel suo carattere, purtroppo, si possono rispecchiare molte donne (e anche uomini).
condivido appieno il punto di vista, Emilio.
anche io ho trovato in Olive un grande personaggio, dove gli aspetti più "caricaturali" si innestano perfettamente con la realtà della vita.
Silvia, grazie per avermi letto.
Ho letto questo libro alcuni mesi fa e sono rimasta paicevolmente stupita dallo stile e dall'introspezione psicologica dei personaggi, è il tipo di romanzo che mi piace leggere. Il punto che mi ha fatto un po' storcere il naso è stato l'accomunare episodi che si discostano dalla storia portante (come tu hai evidenziato), racconti nei quali Olive diventa quasi un personaggio secondario. Credo che abbiano la funzione di approfondire gli atteggiamenti della protagonista, ma mi sembrava quasi che fossero storie scritte in contesti diversi e poi in un secondo momento adattate alla storia. Mi hanno dato l'impressione di una forzatura. Commovente invece la parte finale del romanzo, l'incontro con il figlio e la sua famiglia, l'impressione della protagonista di essere trattata dal figlio come una vecchia parente e la testardaggine a ricercare la sua solitudine. Gli spunti di riflessione sono molteplici e mi sono proposta da tempo di leggere "Amy e Isabelle" sperando di trovare una narrazione più omogenea.
Malika, trovo le tue osservazioni molto pertinenti. Sono d'accordo: la parte finale è bellissima : genitori che sono consapevoli di essere odiati dai figli e convinti di essere 'colpevoli' . Poi la ricerca di un equilibrio fra senso di disfatta e amore per la vita, nonostante tutto.
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