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La carmelitana dei cessi
Storia autobiografica. Amelie viene assunta alla Jamamoto, multinazionale giapponese come interprete e viene degradata a mansioni sempre più umili fino a diventare guardiano dei cessi, nonostante abbia dimostrato in almeno una occasione il suo valore nel redigere a tempo di record una impegnativa relazione. Il libro è curioso e anche molto, molto interessante. Amelie ci spiega la cultura giapponese, le usanze, gli equivoci, i diversi modi di pensare nel suo modo intelligente e pieno di ironia. In certe pagine si avverte ancora l'affetto per la sua superiora e aguzzina Fubuki,affetto che la porta a dispiacersi per una cultura che relega donne di valore (considera l'aguzzina di valore) a un ruolo decorativo e subalterno. Trovo incredibile lo spirito, l'ironia, la raffinatezza con cui Amelie-san si prende una rivincita sui suoi colleghi.
"I mesi passarono. Ogni giorno il tempo perdeva consistenza. Ero incapace di capire se scorresse lento o veloce. La mia memoria cominciava a funzionare come uno sciacquone. Lo tiravo la sera. Uno scopino mentale eliminava le ultime tracce di lordura. "
Chiusa nei cessi riesce a trovare piacere in cose come guardare la città dal 43° piano. La finestra dei bagni diventa per lei la nuova frontiera tra i gabinetti e l'infinito, tra la sciacquone e il cielo. Trovo veramente ammirevole il modo in cui è sopravvissuta alla sua esperienza lavorativa.
Meno male che non aveva il posto fisso, se no non credo che la poesia della vetrata e delle defenestrazioni sarebbero state consolazioni sufficienti per un periodo più lungo.
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