Dettagli Recensione
La verità
Il protagonista del romanzo scritto in prima persona, Theodor Marklund, è un uomo singolare. L'editore lo paragona a ragione al principe Myskin dell'Idiota di Dostoevskij per la sua assoluta onestà e indifferenza alle cose terrene. Theodor scopre a un'asta una Madonna che è un capolavoro sconosciuto del pittore Dardell. Va all'asta e la compra strappandola a un altro acquirente a un prezzo esorbitante. Theodor ha con la Madonna un rapporto d'amore simile a quello che ha verso l'amica e artista-cantante Paula, un rapporto fatto non di possesso ma contemplativo e del tutto disinteressato.
In un certo senso Theodor è l'unico uomo a essere degno della Madonna perchè anche l'arte è pura come lui e non può essere contaminata da ciò che la circonda.
Nel libro tutti gli avvenimenti portano a riflettere su cosa è vero e cosa non lo è. Le notizie sui giornali, l'arte, come viene gestito a livello mediatico l'evento artistico, la differenza tra bello e popolare. Il vero e il falso nell'arte e soprattutto nella vita.
L'autore non solo riflette ma soprattutto gioca con i concetti di vero e falso. Dalle pieghe delle pagine esce una sottile ironia che porta l'autore a inseguire il vero e il falso in una specie di gioco dove all'inizio è facile riconoscere il vero nel capolavoro artistico e nel talento naturale di Paula e il falso nelle notizie inventate e nell'evento mediatico gestito a regola d'arte. Ma andando avanti nella storia la distinzione si fa sempre più sottile e capziosa. Alla riflessione su vero e falso si affianca una riflessione sul culto (falso culto?).
L'idolo dell'arte (nel romanzo la cantante Paula) sono al centro di un nuovo culto dove non c'è un'esperienza spirituale, non c'è il tentativo di comunicare con il divino ma lo schema rituale è privo di scopo o forse lo scopo è quello di esorcizzare il nuovo dio caos. La catarsi avviene tramite il sacrificio dell'idolo (nel romanzo forse la madre della cantante).
Anche nell'evento tragico della morte della madre di Paula si inserisce il gioco del vero e del falso con le strane fotografie della povera donna, il suo inserimento nello spettacolo di Paula e i suoi due funerali.
Il vero e il falso continuano a inseguirsi come il bene e il male nei personaggi di Bernanos: vedi il racconto della morte della madre di Paula e dello zio di Paula, i due funerali della madre di Paula, la mano artificiale del protagonista che sostituisce egregiamente quella vera, amputata, fino alla geniale conclusione in cui "il principe Myskin" si trasforma in un eroe ben diverso per ironia e capacità di andare oltre le sue stesse convinzioni.
Bellissimo il finale:"in effetti avrei potuto astenermi da tutto questo scrivere, avrei potuto accontentarmi del messaggio che aveva incluso (mio nonno) con il suo temperino: sia lodato il Signore.
Credo che la verità per l'autore non sia in fin dei conti qualcosa che si possa attribuire all'uomo in sè e nemmeno alla sua arte.
"Se credessimo al mondo, non avremmo bisogno di pensare. E una volta che abbiamo incominciato a pensare scopriamo che i nostri sospetti erano fondati, che avevamo ragione di pensare."
Indicazioni utili
Commenti
2 risultati - visualizzati 1 - 2 |
Ordina
|
2 risultati - visualizzati 1 - 2 |