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Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino
 
Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino 2015-05-05 11:18:16 RansieLaStrega
Voto medio 
 
3.5
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
3.0
RansieLaStrega Opinione inserita da RansieLaStrega    05 Mag, 2015
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La corsa al benessere utopico..

Quando acquistai questo libro avevo meno di diciotto anni ed ero curiosa dei miei coetanei che non perdevano tempo per fumarsi uno spinello e prendere qualcosa di più; non capivo questo senso di "voler sembrare ciò che non si era".
La copertina dell'epoca mostrava il viso quasi senza anima di una ragazza che poi scoprii essere l'attrice che prestò il volto alla scrittrice di questo magnifico saggio, perchè io lo classifico come un saggio, più che un diario personale che Christine fa della sua esistenza di fine anni 70.

E' una lettura cruda, diretta e che non risparmia le immagini più "buie" degli anni di una Berlino che, ha segnato un pò anche me leggendo queste pagine; palazzoni grigi, aria grigia, l'esatto opposto di quello che Dorothy trovò nel magnifico regno di Oz, a Berlino era tutto un blocco industriale, tutto una fabbrica, metropoli che si sviluppava sempre più, gente che correva in una routine dove il pieno benessere era utopia.

**SPOILER**
Christine figlia dodicenne di una famiglia come tante, dove padre e madre non erano quelli che vediamo nelle pubblicità del mulino bianco, conosce le prime cottarelle e cresce in lei la voglia di voler crescere troppo in fretta. Si avvicina ad un mondo enormemente grande anche per una persona che lo è già. Da uno spinello innocente tra i suoi nuovi amici, comincia ad assaporare l'ebbrezza dell'eccitazione, con cocaina e VALIUM,mix di anfetamine, fino ad arrivare all'eroina, una droga all'epoca molto di moda e di facile commercio.
La sua vita diventerà un inferno, la voglia di smettere non l'abbandonerà mai; episodi ed eventi per una corsa al soldo per l'acquisto del benessere in vena...tutto questo e molto altro, vi catapulteranno in momenti davvero poco piacevoli, immaginare che siano davvero accaduti, lo sarà ancor meno.

La descrizione di ogni scena, ogni singolo episodio, non vi nascondo che mette i brividi...ma è una pagina della nostra storia, una pagina che non bisogna dimenticare.
L'indifferenza degli adulti nei confronti di questi ragazzi che erano una parte molto popolata delle metropoli in quegli anni di trasgressione, una società in lotta con un sistema DROGATO...
Christine F. spiega senza pietà ciò che accadeva intorno a lei, senza fare sconti.
La vita da bucomane è quello che racconta l'autrice, testimone sulla sua pelle della paura delle vere tenebre della vita.

E' un libro che forse bisognerebbe far leggere a scuola, abbassare la testa di molti ragazzini spocchiosi.

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Commenti

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Ciao Manuela, non ho mai letto l'opera, ho purtroppo visto il film che mi è bastato per lo squallore rappresentato. Condivido in parte il parere di far leggere questo libro ai ragazzi, cerco di spiegarti il perché. Mi è capitato in varie occasioni di prendere atto che questa storia triste sia stata mitizzata dagli adolescenti a cui farebbe meglio un percorso consistente in amore, famiglia, sane amicizie e interessi sportivi e culturali. Allora io farei loro leggere i grandi autori classici e a scuola introdurrei percorsi, peraltro già esistenti e basati sulla peer education, tesi a far conoscere, fuori da qualsiasi mitizzazione o narrazione, gli effetti devastanti delle cosiddette "droghe leggere".
Nel rispetto della tua opinione
Laura
Ciao Laura, sono d'accordo, il mio commento non è assolutamente volto a miticizzare qualcosa come un "Noi i ragazzi dello zoo di Berlino", la stessa autrice mi lincerebbe e avrebbe ragione.
Ragazzi di oggi....Ma hanno paura di qualcosa?
Ecco perchè forse, DOVREBERO leggerlo. :)


Nelle descrizioni, negli scenari, anche il meno sensibile rimarrebbe inorridito, quindi il messaggio arriva pieno, ancor di più quando poi si narra che è UNA STORIA VERA. :)
In risposta ad un precedente commento
siti
05 Mag, 2015
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Grazie Manuela per la cortese risposta, intendevo però dire che i ragazzi si avvicinano a quest'opera con altri intenti perché gode di una mitizzazione, nonostante l'età del testo, non intendevo certo dire che tu avessi avuto l'intento di mitizzarla, me ne guarderei bene. Grazie ancora per lo scambio di impressioni.Ciao
Mi sono dimenticata di dire che i ragazzi SONO PIENI DI PAURE E NON DI CONOSCENZE: ecco perché si affidano al benessere artificiale.
Grazie a te SITI ad intervenire fattivamente in quelli che sono gli interventi di molti qui in Qlibri e ai miei ora. :) Non mi sono affatto offesa se era questo che temevi, io accetto ogni critica e scambio di opinione, anche perchè sono convinta che questi mezzi si possa fare molto in moltissime cose.
Ma arriviamo alla recensione.
Sò che il libro forse è stato un pò "mistificato", ma non mi pare poi fino a questo punto, tanto da spingere qualche ragazzino a prenderlo come esempio per "una vita brava", non mi pare proprio...ma non frequentandone , non ci metterei neanche la mano sul fuoco. Io lo lessi che ero ragazzina ed ero felice all'epoca di poter dire a chi "parlava per dar fiato alle trombe" che diceva una marea di ca***te..solo per fare i classici "sboroni", come si dice a Roma.
Di una cosa sono certa, potranno anche essere pieni di paure e debolezze (ci credo, ZERO FONDAMENTA) e di certo non per colpa loro (almeno in parte), ma la loro prosopopea è all'ordine del giorno e ...senza andare a finire OFF TOPIC, dico e ripeto che, una lettura simile, potrebbe aiutare sempre che ci sia un adeguato insegnante a fargli da guida, perchè un saggio simile, non è facile da affrontare in una classe di ragazzi curiosi e troppo superficiali vista l'età.
Che poi ci siano tantissimi altri libri, avoglia a scriverne.. :)
Vorrei chiederti un consiglio: secondo te potrebbe essere adatto ad una ragazza di 15 anni dal temperamento diciamo "un pò ribelle"?
Grazie :)
Oddio Piccolo, mi chiedi qualcosa di molto personale. :)

Posso dirti che oggi i ragazzi sono più svegli dei tempi passati e che fargli leggere qualcosa di diverso dei "diari di vampiri", non può che fargli bene.
Sono d'accordo, questo è un libro davvero molto crudo, io l'ho letto molti anni fa e riletto diverse volte. Secondo me, al contrario di storie come "Trainspotting" o "Requiem for a dream", questo libro non propina adolescenti eroici in cui qualcuno potrebbe identificarsi, ma solo persone fragili, lasciate nel degrado più totale. Proprio per questo credo che un libro del genere andrebbe fatto leggere a tutti a differenza di molti libri sulla droga che presentano tutto sommato personaggi "forti" e "vincenti" spacciati come modelli da imitare.
Vero Maybe! In effetti poi, messo a confronto con libri stile "Trainspotting" non c'è proprio storia!
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