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LA DIASPORA DELL'ANIMA.
In questo romanzo “pieno zeppo di vita” David Grossman ci parla della sua terra , Israele, attraverso una storia d’amore anomala che sboccia tra le mura di un ospedale, tra una ragazza e due amici .
Un intreccio a tre che con lo scorrere del tempo diventa sempre più forte, raro e prezioso e vuoi per gli eventi, per il carattere dei ragazzi o per le scelte intraprese, l’uno non potrà più far a meno dell’ altro.
Orah, la ragazza diventata adulta e madre , riverserà sui propri due figli un amore viscerale e incondizionato, dai tratti quasi animalesco e che non smetterà di essere tale, fino a quando diventano grandi.
La loro famiglia diventa una cellula clandestina, dove palpita amore, in una terra da sempre toccata da sofferenze e conflitti, dove gli sguardi della gente che si incontra per strada , sono “una continua opera di verifica e catalogazione di vittime e terroristi”…dove l’impegno militare diventa d’obbligo e laddove si verifichi una prigionia da parte del nemico, le torture sono di una crudeltà incredibile e non capisci mai quale sia la peggiore che ti aspetta .
Una cosa impressionante per me leggere tutta questa cattiveria , che non solo mira alla morte , bensì alla sofferenza atroce e pianificata…
Una mentalità molto lontana dalla mia che ha richiamato spesso le immagini cruenti che ci giungono in questi ultimi tempi tramite i mass media, dove corpi fatti a pezzi e bruciati, paiono all’ordine del giorno e alle quali non potrò mai abituarmi, tanto mi fanno male.
E’ in questo contesto di vita che si inserisce la figura della protagonista, una donna che non riesce ad accettare il fatto che i figli siano facile bersaglio e a loro volta provochino la morte ad altri esseri viventi…
“…ma papà, il mio compito è stare al posto di blocco, proprio perché quel terrorista si faccia esplodere là”…
Lei è un’ondata di calore , gioia e amore , e per questo non può esser capita, nemmeno dai familiari, che a poco a poco le si allontanano.
Ecco che per lei l’attesa dell’inevitabile notizia di morte del suo figlio prediletto e volontario di guerra, diventa un’impresa assurda e impossibile…troppo angosciante… e poiché l’unico modo di uscirne potrebbe essere l’uscire di testa, conviene allontanarsi.
L ‘esodo con l’amico tanto caro e tanto provato da una prigionia subita, sarà il suo modo per cercare di non pensare , perché i “pensieri non si completano se ti muovi “.
Una diaspora di un ‘anima spezzata dal dolore ; il modo di Orah per cercare di proteggere suo figlio.
Toccante sapere che l’autore , mentre era impegnato nella stesura del libro, quando si presentava l’occasione, lo facesse leggere da uno dei suoi due figli, impegnato in attività militare e che anche per lui, lo scrivere corrispondesse ad un suo modo per proteggerlo.
Grossman , persona provata da grandi dolori, sa immedesimarsi anche in quello altrui colmandosi di essi.
Si contraddistingue per una capacità notevole di grande sensibilità, che già avevo apprezzato in altri suoi libri, ma che raggiunge sicuramente l’apice in questo.
Un libro denso, che pare un fiume in continuo divenire.
E giunta alla fine della lunga narrazione, quella frase che non riuscivo a capire “ L’importante non è dove sei, ma dove non sei” , acquisisce un significato chiaro e potente.
Buona lettura.
Pia
Indicazioni utili
A chi sa che l'amore autentico...sgorga ovunque.
Commenti
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Per Israele c'è molto più di una guerra, c'è un destino, un mistero di un popolo che da secoli e millenni non trova pace. Per questo leggo sempre con interesse ogni cosa che mi parla di quel popolo e di quelle terre. Grazie Pia per la consueta sensibilità con cui commenti le tue letture
Federica
Da quanto ricordo io, secondo il racconto biblico, il primo esodo risale all'uscita degli schiavi ebrei dall'Egitto, grazie all'opera di Mosè,.
Come hai detto tu, da allora questo popolo non ha mai più trovato una terra...una vera pace...e io non lo so il perché, e vorrei capire di più.
Mi è rimasto impresso in questo libro, come il popolo d'Israele non sia più in grado di rivolgersi a Dio...o comunque a qualcuno...fanno invece continue contrattazioni personali con gli eventi del presente e del futuro...ho avut l'impressione di un popolo allo sbaraglio...quale la possibile salvezza pere loro?
Grazie di cuore, Pia.
verissimo tutto quello che dici.
Pia
Pia
Ciao, Pia.
Ciao, Pia!
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Ferruccio