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CHIBI
Era un giorno come tanti quello in cui Chibi ha fatto varco nella vita dell'autore e di sua moglie. Completamente assorti dal e nel mondo della letteratura, i coniugi non sentivano la necessità ne di avere un figlio ne di prendere un animale domestico, la quotidianità andava bene così, niente era mancante nelle loro giornate.
Eppure quando questa deliziosa gattina è entrata nella porzione di proprietà da loro presa in affitto, non si è limitata a solcare la soglia di un confine materiale ma ha altresì sorvolato un confine morale, ha fatto ingresso nel cuore e nell'anima di questi. Aspettare le visite di Chibi con frenetica impazienza, gustare i suoi riposini sui futon, osservarne l’appetito dinanzi ai viveri a lei destinati, vederla sgattaiolare dalla finestrella alla sera per accoccolarsi nei più impensabili luoghi della camera così come sentirla frusciare via alle prime ore del mattino per augurare il buongiorno al piccolo padroncino diretto all’asilo, era ormai divenuta una costante a cui era impossibile rinunciare. La personalità di questo piccolo predatore era quanto di più affascinante per la famiglia.
Stilisticamente il romanzo è semplice ma gradevole, scorre rapido nella prima parte e subisce un breve rallentamento dalla metà in poi. Tre sono le opere a cui il presente testo è collegato poiché tre sono le gatte che hanno avuto un ruolo fondamentale nella comunione matrimoniale dei protagonisti e questi componimenti sono di quanto più lontano a finzione esista.
Piacevole ma freddo. Pur essendo un libro dai caratteri autobiografici mantiene le distanze da chi legge, non si lascia completamente andare e dunque non riesce a coinvolgere totalmente.
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