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La dignità mal celata
Un negozietto, come quelli di una volta, dove si vendeva tutto e niente.
Un negoziante, ebreo, anche lui come quelli di una volta, che se ti doveva far credito lo faceva più come piacere personale che come un favore.
Una moglie sempre presente quanto critica e petulante verso tutto quello che l'inerme marito fa di giusto e di meno giusto.
Una figlia, ormai in età di matrimonio, ma che non ci pensa perché è più forte la voglia di realizzarsi che altro.
Morris Bober incarna l'ideale dell'uomo onesto e dignitoso sino alla fine.
Nonostante gli incassi vadano sempre peggio e il suo negozietto non riesca a stare al passo di quelli più moderni e più settoriali che gli spuntano intorno, egli va dritto per la sua strada, vivendo di ideali e di ricordi benché la sua salute precaria non gli consenta nemmeno più di stare dietro al bancone.
Provvidenziale sarà l'arrivo di Frank Alpine, non ben definito tuttofare che in cambio di vitto e alloggio si offre di dare una mano.
La narrazione presenta tratti di perfetto realismo, Malamud, il Maestro, ci dipinge con colori freddi l'America del primo secolo scorso fatta di tombini fumanti e strade spoglie, lontana da quello che è il sogno americano puro.
Le difficoltà e le imperfezioni risiedono in questa famigliola che non fa altro che vivere, a modo suo, quello che la volontà divina ha riservato od ogni singolo componente di essa.
E' la comparsa del commesso Frank a dare una svolta o forse addirittura un senso reale ad una esistenza che si era sino ad allora espressa solo a metà e che ci prende e ci porta pian piano con sé in un dispiegarsi narrativo come pochi.
Il mio primo Malamud; ora senza esitazione posso dare seguito a tutto il resto della sua opera.
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grazie per il vostro passaggio!
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