Dettagli Recensione
C'era una volta una gatta
Puo' un animaletto che appartiene ad altri influenzare la vita di due persone ?
Certamente sì, ci racconta Hiraide Takashi con questo suo libro, puo' modificare prospettive, puo' riempire vuoti o crearne di ulteriori. Così Chibi, la gatta dei vicini che non rispetta i confini, si insinua con passo felino nella tranquilla esistenza di due coniugi in un trascorrere pacato dei fatti, dove il vecchio giardino di una casa padronale scandisce il tempo mentre l' olmo secolare abbraccia ed ombreggia la dimora.
La gente invecchia, si vendono le proprieta' immobiliari, le belle abitazioni tradizionali non piacciono piu', il susino sorride di gemme nuove spuntate in un velo di neve, inconscio del suo destino.
Penna molto semplice così come la storia narrata, c'e' una delicatezza prettamente giapponese che affascina e che e' punto di forza del racconto.
Se la lettura e' rapida e apprezzabile, non ho colto la pennellata che in questo filone narrativo fa la differenza. Accostando il testo a un Firmino di Savage, per esempio, o a Storia di una gabbianella e del gatto che le insegno' a volare di Sepulveda, sebbene l'elemento fantasia accomuni i due testi mentre nel qui presente la storia sia decisamente verosimile, essi mi hanno coinvolta ed appassionata lasciando un segno che qui non ho avvertito, l'effetto "affetto" non e' scattato.
Grazioso ma evanescente, con alcune immagini delicatamente amabili. Buona lettura.
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Diciamo che piu' che per la storia narrata lo consiglio per quello, a chi piace. Il voto e' moderato perche' avevo aspettative altissime e non ho ottenuto quello che volevo :-)
Bello scovare questi particolari, tra le anse della letteratura, e tu sei brava!:-) ciao, b
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