Dettagli Recensione
Rumore e morte
Leggendo Rumore Bianco, si è nella costante condizione di non capire cosa ci voglia dire, un continuo cercare di cogliere le sfaccettature più intime di ogni parola, di ogni pagina, di ogni dialogo.
Comprendere tutto ciò equivale a comprendere essenzialmente cosa rappresenta il "rumore bianco" in questo romanzo.
Ebbene il rumore bianco ha secondo me due valenze specifiche, contrapposte ma intimamente collegate: è innanzitutto il prodotto che la tecnologia, vista come sovrastruttura che l'uomo ha creato per "rimuovere" l'idea della morte, in associazione alle parole vuote, ai discorsi inutili, alla mediocrità di cui si veste l'umanita, produce; quindi ha valenza salvifica per così dire, ci "salva dalla morte" con l'illusione.
Il problema è che però, d'altro canto, il rumore bianco è come se ci dicesse, ininterrottamente, continuamente, che la morte ci perseguita, ci attanaglia, e che la tecnologia non fa altro che avvicinarci alla morte stessa, proprio perchè più si cerca di evitarla e più si ingegna per incunearsi nelle pieghe oscure dell'animo umano rendendosi sempre più maestosa e incontrollabile (concetto espresso più volte nel corso della narrazione).
Questa e molte altre riflessioni più sottili troverete in questo romanzo senza dubbio notevole, complesso ma interessante, che probabilmente capirete solo alla fine, come è successo a me :)