Dettagli Recensione
una recensione non semplice
Difficile recensire l'opera di uno scrittore peculiare come Kerouac senza tenere conto del background dell'autore. Mi spiego meglio, nessuno si sognerebbe di stroncare l'opera di E.A.Poe in quanto "troppo malinconica e lugubre", corretto?
In questo senso i temi cari a Kerouac fungono a tratti da filo conduttore, a tratti paiono una dannazione dalla quale JK non riesca a scollarsi.
Il viaggio come scoperta di se, l'alcool, le droghe, le esperienze "extra-sensoriali", elementi comuni a molte opere di Kerouac come dicono anche gli altri recensori. Qui però il viaggio non è in auto ma prevalentemente a piedi, l'alcool e le droghe sono rituali, i viaggi mentali sono portati dalla meditazione buddhista. Tutto sommato l'altra faccia della medaglia della Beat Generation (termine coniato proprio dal buon Jack), che aveva comunque un background fortemente religioso nella sua famiglia.
Venendo al testo specifico, si legge tutto sommato in fretta, alternando fraseggi ben riusciti ad altri vagamente infarciti di retorica e frasi ad effetto, personaggi a tratti vagamente troppo abbozzati\stereotipati (il "santone eremita" il "chiaccherone" "il donnaiolo"), che però regalano momenti autentici. Ottima la visione di una vita libera dalla civiltà, dal consumismo, dal troppo cibo, mi ritrovo nella felicità trovata in un sacco a pelo sotto le stelle o in una capanna nella foresta. La parte "buddhista" difficile da digerire se a digiuno (capirete a stento le parole che usa), diversamente suscita riflessioni sensate.
Personalmente ho apprezzato la lettura e mi riconosco nel pensiero dell'autore. Mi ritengo però di parte in quanto molto vicino a questo "modus vivendi".
Una bella lettura magari da affrontare in una bella vacanza nel verde o comunque lontano dallo stress quotidiano.
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Commenti
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Talvolta bello lasciarsi anche sorprendere :D
ciao, buone letture!
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