Dettagli Recensione
Fiesta
I romanzi di Hemingway riflettono la sua stessa personalità, quella di giornalista e uomo inquieto, e così la sua scrittura, caratterizzata da molti dialoghi, battute graffianti, personaggi tesi alla continua ricerca di senso nell'azione calati in realtà più o meno esotiche. Così è Fiesta, uno dei suoi libri più famosi, dove l'autore rende con tocco da cronista l'ambientazione fra la Parigi dei Café e la Pamplona della festa di San Firmino (celebrata con la famosa corsa dei tori per le strade della città) fra le due guerre. Hemingway ci racconta di un mondo che a noi pare tanto irreale quanto affascinante, popolato da giovani americani sradicati coinvolti nella contraddittoria ricerca frenetica di divertimento e vita da una parte e, dall'altra, consapevolmente dediti a una metodica autodistruzione. Tuttavia un'autodistruzione di lusso, che li vede trascinarsi per mezza Europa tra i bar più alla moda e gli alberghi più costosi, tra battute spritose ma al contempo amare e litri di vino in quantità tali da diventare quasi il vero protagonista del romanzo. Ma Fiesta in fondo è il racconto (particolarmente calato nel contesto storico e temporale) del profondo disagio di una gioventù estremamente ricca che non ha preoccupazioni materiali, che è sempre stata abituata ad avere tutto e ad ottenere tutto ciò che chiedeva ma che, ad un certo punto, si ritrova a fare i conti con la mancanza di senso che questo comporta. Tale inquietdudine giunge al culmine durante i giorni della festa di San Firmino e viene combattuta attraverso l'oblio dell'alcool e il bagliore accecante delle luci del bel mondo: e dopo gli eccessi dell'estate spagnola e l'epica descrizione della frenesia provocata dalla pazza corsa dei tori per le vie di Pamoplona, anche la disperazione sembra più misurata, seppure non ancora risolta.
Indicazioni utili
Commenti
2 risultati - visualizzati 1 - 2 |
Ordina
|
2 risultati - visualizzati 1 - 2 |
Ho trovato molto interessante il tuo commento, soprattutto per l'analisi socio-esistenziale della gioventù abbiente dell'epoca.
Ho letto il libro tempo fa e non ho il ricordo di un libro particolarmente bello. Ciò che personalmente trovo un po' scostante nell'autore è la non presa di distanza dal mondo miserevole, nella sua carenza di senso, che rappresenta.