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Il processo
 
Il processo 2015-03-04 14:37:22 pirata miope
Voto medio 
 
5.0
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
pirata miope Opinione inserita da pirata miope    04 Marzo, 2015
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UN MONOGRAMMA!

“Il processo” di Kafka, scritto a intervalli dall’autore fra il 1915 e il 1917 senza mia portarlo a termine, è uno dei “classici” che ogni tanto, in periodi diversi della tua vita, devi rileggere. E via via che gli anni passano ti accorgi che anche tu come il protagonista del romanzo, Joseph K. sei sempre più un semplice monogramma: avevi un cognome con vocali e consonanti ora sei solo più un suono, una voce flebile che si perde nel nulla. Già perché esattamente come nel libro, valori, persone, fedi, ideologie e speranze si dispongono attorno a te in una girandola grottesca ed assurda, in cui l’unica nota stonata sembri essere tu con la tua affannosa pretesa di capire, di spiegare, di cercare una logica: il motore della vicenda, l’accusa imprecisata mossa da un fantomatico tribunale al funzionario di banca Joseph K, personaggi ambienti e situazioni .riflettono infatti l’angosciante mancanza di senso nella quale venendo al mondo precipitiamo. Ci portiamo dietro una colpa ancestrale di cui abbiamo smarrito il ricordo oppure determina il nostro destino di vittime una divinità tanto imperscrutabile quanto malvagia? Il peregrinare dell’accusato fra sordide stanze, soffitte e ambigui avvocati è una penosa discensio ad inferos senza possibilità di riemersione. Eroi tragici, sostiamo fino alla morte davanti a una porta sbarrata, aprendosi per assurdo la quale, ne troveremmo infinite altre a precluderci la conoscenza della legge immodificabile e indiscutibile a cui siamo sottoposti. “Allegorie di cui qualcuno ha portato via la chiave interpretativa”, cosi definisce la critica la prosa kafkiana e le pagine dello scrittore ceco sono in effetti soprattutto la traduzione in uno stile algido e spietato di uno stato d’animo d’impotenza di fronte al dolore dell’esistere. Kafka non concede ai suoi eroi stralunati neppure il conforto della lirica e della poesia, eppure forse anche lui è vinto dalla pietà :chi è infatti colui che nella notte si affaccia a una finestra e pare protestare nell’ ultimo istante di vita di K.?

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Commenti

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Augusto, un commento bello, personale, originale. Sui grandi libri c'è sempre ancora qualcosa da dire.
grazie emilio...vero ..sono una luce nel mondo grigio
Mi invogli ad una rilettura del romanzo!!
per siti...fallo anche se poi c'è il rischo che altri libri ti sembrino insipide ma pazienza.
Bella visione: rapida ma rispettosa dell'intento kafkiano. Bravo!
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