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Soltanto il caso ci parla
"Soltanto il caso può apparirci come un messaggio. Ciò che avviene per necessità, ciò che è atteso, che si ripete ogni giorno, tutto ciò è muto. Soltanto il caso ci parla."
Grazie all'assurdo concatenarsi di sei banalissime coincidenze, le differenti vite di Tereza, donna semplice e interiormente contrastata per infami retaggi d'infanzia, e di Tomas, affermato medico e impietoso tombeur des femmes, si incontrano, dando origine a un amore segnato dal paradosso: fino a che punto il caso può chiamarsi destino? Fino a che punto ciò che è doveva essere così e non altrimenti? Il peso della necessità mette in subbuglio due vite in cui non è facile trovare un senso, se non quel "Es Muss Sein" ("così deve essere"), che Tomas fin dall'inizio si ripete. Ma il valore della necessità verrà riconosciuto solo nel momento in cui sarà stata sperimentata l'insostenibile leggerezza dell'essere, quel pervasivo sentore di vacuità che accompagna ogni uomo sospeso nella ricerca di un equilibrio tra l'inesorabilità del caso e la volontà di dar forma e significato alla propria vita. Una vita evanescente, dominata dalla kierkegaardiana impossibilità di scegliere, poichè scegliere implica conoscere e confrontare, il che è in netto contrasto con l'unicità della vita: "Einmal est Keinmal", ciò che è accaduto una sola volta è come se non fosse mai accaduto. Riferendosi a Nietzsche, Kundera nell'incipit scrive: "Il mito dell'eterno ritorno afferma, per negazione, che la vita che scompare una volta per sempre, che non ritorna, è simile a un'ombra, è priva di peso, è morta già in precedenza, e che, sia stata essa terribile, bella o splendida, quel terrore, quello splendore, quella bellezza non significano nulla." Di qui l'aporetica lotta tra il pesante e il leggero, meravigliosamente espressa dal titolo stesso del romanzo, tra scelta e volontà, mirabilmente enfatizzata dal richiamo al celebre mito di Edipo. In un'opera ad elevatissimo tasso di filosofia, l'autore mostra come la lotta dell'io individuale con l'apparente linearità e necessità casuale che lo circondano si traduce in una molteplicità di atteggiamenti (tutti riconducibili alla personalità di Kundera stesso) su cui nessuno è nella posizione di esprimere un giudizio di assoluto valore. Non c'è giusto e non c'è sbagliato, c'è solo l'umano.
"La storia è leggera al pari delle singole vite umane, insostenibilmente leggera, leggera come una piuma, come la polvere che turbina nell'aria, come qualcosa che domani non ci sarà più." Mi servo di questa frase per agganciare l'altro tema che nel romanzo rimane sempre a far da sfondo alla vicenda. Praga, 1968: infuriano le lotte al comunismo che si concluderanno nella cosiddetta "Primavera di Praga". Impossibile per l'autore esimersi da un confronto con l'attualità, verso cui, con estrema coerenza, non si esprime alcun giudizio di condanna: i comunisti sono convinti di essere nel giusto tanto quanto i suoi oppositori. Cosa dunque permette all'uomo di elevarsi al di sopra dell'insostenibile leggerezza dell'essere, che si estende da una dimensione personale a una sociale? "Il vero antagonista del kitsch totalitario è l'uomo che pone delle domande. Una domanda è come un coltello che squarcia la tela di un fondale dipinto per permetterci di dare un'occhiata a ciò che si nasconde dietro." Solo ed esclusivamente il pensiero abbiamo come strumento in grado di aprirci la via verso il senso e verso la verità, rendendo evidente il profondo segreto dell'Es Muss Sein.
Commenti
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Lessi il libro tempo fa e , allora, mi lasciò piuttosto indifferente e non mi comunicò particolari emozioni. Tu ne hai tratto di più.
Pia
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