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La Rowling vacante.
Ho ritenuto per me un dovere leggere questo libro, poiché J. K. Rowling ha formato la mia infanzia con i suoi personaggi pieni di sfumature nella celeberrima saga di Harry Potter.
Sapevo benissimo a cosa andavo incontro leggendo Il seggio vacante: un'altra storia, altri personaggi, temi e situazioni ben lontani da quelli che facevano da sfondo alle vicende di Harry. Per un maggiore distacco, non comprai né lessi il libro appena uscito, riducendo così anche le mie aspettative al minimo.
La prima cosa che ho notato, leggendo questo romanzo, è un posto vacante. E come Barry Fairbrother ha lasciato il suo seggio in pasto a una concorrenza ben poco leale tra le fazioni politiche del suo paese, la Rowling ha lasciato il suo posto andandosi a sedere da qualche altra parte, evidentemente.
Infatti nello stile e nell'impostazione della narrazione ho trovato ben poco di quel modo accattivante che mi aveva entusiasmato nei suoi libri: mi è sembrato che la scrittrice abbia cercato di distanziarsi il più possibile dallo stile che aveva utilizzato nel raccontare Harry Potter, avvicinandosi invece a un modo di narrazione tipico di altri scrittori - è stato fin troppo semplice riconoscere, per me, un'impostazione alla Stephen King nella trattazione dei personaggi, sempre in continuo ripercorrere il proprio passato senza mai dare una spiegazione totale ad alcuni loro pensieri. (Ma mentre ho sempre trovato lo stile di King ammirabile e gestito alla perfezione, qui non ho potuto fare a meno di notare come questa trattazione rendesse la lettura pesante, in un continuo via vai di personaggi che, specialmente all'inizio, non riuscivo bene a identificare.) Forse questa scelta è dovuta alla lontananza dei temi trattati rispetto a quelli del maghetto con gli occhiali, ma ritengo che, nel tentativo di distinguersi dalle vesti che aveva assunto, la Rowling abbia peccato di eccesso nel lato opposto, finendo per non essere più se stessa.
La lettura di questo romanzo mi è durata per mesi, fino a quando in questi ultimi giorni mi sono quasi costretta a terminarlo. Purtroppo non è stato così accattivante come avevo sperato.
A un certo punto, circa a metà libro, ho trovato la narrazione più intrigante: forse perché avevo finalmente fissato bene tutti i personaggi e tutte le loro parentele, forse perché alcune cose avevano iniziato a farsi più chiare, forse perché mi ero abituata (e arresa) allo stile che mi trovavo di fronte, dal primo post sul blog del Consiglio Comunale - non dirò di più per evitare spoiler - ho ritrovato il gusto della lettura e la curiosità di vedere quali conseguenze avrebbe avuto sul carattere dei personaggi, sulle loro vicende, sulle loro presunzioni e (in)sicurezze.
Personaggi che, spezziamo una lancia a favore della scrittrice, sono comunque trattati con una grande prospettiva psicologica e analizzati in ogni punto. Non sembrano per niente stereotipati, ma lasciano la sensazione di essere veri in ogni gesto: ed è questo ciò che ho sempre amato della Rowling e ciò che mi ha fatto in fondo apprezzare comunque la lettura.
Da Simon Price, uomo violento e insano, a Colin Wall, insicuro e malato; da Parminder Jawanda, medico sicuro di sé e pretenzioso, a Samantha Mollison, donna ottemperata dal terrore della sua vecchiaia imminente; da Gaia, ragazzina sicura di sé e a volte spregiudicata, a Robbie, un povero bambino di appena tre anni e mezzo costretto a vivere in un pessimo ambiente familiare... Qui tutti i personaggi - e sono molti, molti più di quelli che ho elencato - vengono delineati con minuzia e profondità tali da riuscire a vederli quasi materializzarsi di fronte a te.
Personaggi che ruotano attorno a una campagna elettorale per riempire il seggio vacante di Barry Fairbrother, per decidere se chiudere un centro di tossicodipendenza e per cercare di ristabilire dei confini del paese fuori o dentro le case popolari dei Fields. Temi scottanti, realtà molto sincere, una serie di comportamenti immorali che viaggiano attorno alla politica: temi veri, esattamente come i personaggi.
In definitiva: ho trovato buona l'idea, ottimi i personaggi, ma non ho trovato la Rowling che, forse, troppo impegnata a far combattere i suoi personaggi per il seggio vacante, si è scordata del posto che doveva ricoprire anche lei.