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Effluvio parigino
I ricordi profumano, e un artigiano della scrittura impara presto a dosare odori e memorie. Modiano nel tentativo di evocare una fragranza moderata e godibile ottiene un effluvio sterile. Cullando la propria narrazione dentro a una Parigi fascinosa (e minuziosa) finisce per non risvegliarla più. Il romanzo (breve) offre spunti interessanti che tuttavia appaiono costruiti ingenuamente o mal sviluppati. A partire dalla peculiarità dell'opera -l'avvalersi di quattro narratori per offrire il disegno esistenziale di una giovane donna- ci si accorge di uno squilibrio strutturale: i nessi tra i personaggi/punti di vista sono (laddove non gratuiti) deboli, frutti di coincidenze e casualità stucchevoli. Anche i riferimenti interessanti sono incerti (eccezion fatta per la pregevole “topografia poetica” parigina) e il contributo filosofico-letterario risulta dozzinale. Poche cose poi infastidiscono come un mistero troppo evidente, ed è così che nel perseguire una fantomatica enigmaticità, Modiano restituisce le vibrazioni migliori proprio quando a raccontarsi in prima persona è la protagonista: Jacqueline 'Louki' Delanque. Nel rivelare la propria fragilità di bambina, adolescente, quasi-donna perduta (quando perdersi è facile e dolce) Louki anestetizza il fantasma del romanzo di formazione offrendo un ritratto mezzo onesto/mezzo fiabesco di una generazione incerta, svuotata, che con le generazioni precedenti condivide una sola cosa: vivere ("il male di vivere" avrebbe detto Montale). Per fortuna la sensibilità dell'autore francese, unita ad una buona costruzione sintattica, permette di scovare disseminati tra le pagine del romanzo picchi emotivi estetici ed estesici, sono picchi pregevoli (mi torna in mente l'evocazione di una “cavalcata all'amazzone”) che tuttavia nell'insieme paiono diluiti. Nel caffè della gioventù perduta (2007 in edizione originale) è un romanzo dalla lettura godibile, che sfruttando stereotipi consolidati (in primis Rive gauche e Bohème) non spicca il volo ma si limita a deambulare. A mio avviso, in questo caso, il controllo sapiente della semplicità ha portato ad un risultato mediocre.
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Commenti
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Non ho però letto niente dell'autore ancora e penso che aspetterò ancora.
Laura
Loris
Ho recensito anche io questo libro che mi ha assolutamente affascinato, ho apprezzato particolarmente lo stile pulito ed essenziale, reale e senza fronzoli.
Ma questo è il mio parere, il bello è potersi confrontare e ascoltare soprattutto i pareri diversi dai propri.
Per questo complimenti, la tua analisi è molto interessante e ben argomentata.
Anche io ti consiglio Bijou, ma anche e soprattutto Un Pedigree.
Attenzione però lo stile è il medesimo.
Saluti
Riccardo
Loris
Non deve per forza piacerti un autore, il bello della lettura è proprio questo.
Saluti
Riccardo
Loris
Loris
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