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Le due facce della stessa medaglia
Surreale, satirico, brillante ed innovativo grazie ad una prosa originale in cui i dialoghi risultano privi della classica punteggiatura, Saramago ci proietta in una Nazione dove la morte ha deciso di porre fine alla propria attività regalando alla popolazione la vita eterna. Se egoisticamente la cosa viene accolta come un dono di inestimabile valore, a livello collettivo si rivela invece una brutta gatta da pelare. Non morire, infatti, non significa certo non ammalarsi o non invecchiare. Ecco quindi che ospedali ed ospizi vanno in tilt, il sistema pensionistico collassa, quello assicurativo fallisce, le imprese funerarie sono costrette a rivolgere altrove i loro servizi. Le istituzioni religiose, senza la morte, non hanno ormai ragione di esistere. In questa baraonda, a prendere il toro per le corna speculando sui problemi è ovviamente la criminalità organizzata, la Maphia. Divertente e interessante, amaro ed ironico, il racconto di Saramago esprime una forte critica verso la società, vista sia dal punto di vista economico, sia politico, che umano e religioso. L’autore inoltre mette in evidenza la sordida doppiezza dell'animo umano troppo spesso incline a giudicare diversamente un evento a seconda che gli effetti si ripercuotano su di sé o sugli altri. Nauseata dal modo in cui gli uomini affrontano l’immortalità, la morte ritorna sui suoi passi e dissotterra la tanto odiata e temuta falce. Si ricomincia perciò a morire, ma la nera signora fa un'altra concessione ai mortali, cioè un preavviso di otto giorni, tramite lettera rigorosamente viola, per consentire ai condannati di mettere a posto le loro pendenze prima di lasciare la vita terrena. Anche questa volta però la reazione degli uomini sarà sconfortante. Per la morte comunque, stanca, triste e delusa, ci sarà un altro problema da affrontare: una delle sue amare missive non vuol saperne di raggiungere il destinatario. Per risolvere la questione la nostra protagonista si vede costretta ad assumere sembianze umane e infiltrarsi nel mondo dei vivi, regalandoci un epilogo poetico ed emozionante per un’opera bella e consigliata che, con stile ed intelligenza, ironizza sui difetti della natura umana e sottolinea come la vita e la morte siano le due facce della stessa medaglia.
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@Rollo: ti ringrazio, con questo commento hai aumentato la mia voglia di "Cecità" :-)
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Ferruccio