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Montagne russe alcoliche
Qualche anno fa lo scrittore scozzese John Niven aveva scalato le classifiche di vendita dei libri con il dissacrante "A volte ritorno", una storia ironica e cinica su un immaginario ritorno di Gesù Cristo sulla Terra.
“Maschio bianco etero”, scorretto e dissacrante fin dalla prima pagina, ha invece per protagonista Kennedy Marr, 44 anni, scrittore e sceneggiatore di successo.
Baciato dal talento naturale e da alcune circostanze fortunate, conteso dai migliori produttori cinematografici ed editoriali di Hollywood, ama trascorrere il tempo tra ristoranti lussuosi, fiumi infiniti di alcool ed attricette preferibilmente giovani.
Si comporta, per sua stessa definizione, come un "vero stronzo", fino a quando un inaspettato guaio con il fisco minaccia il suo stile di vita.
Per risanare le proprie finanze, Kennedy si trova costretto ad accettare un premio letterario che in cambio di una cospicua retribuzione, lo obbliga ad insegnare per un anno in un'università irlandese. Terra natale di Kennedy, dove abitano la figlia, l'ex moglie, il fratello e la madre malata, e dove si terranno le riprese del film di cui ha scritto la sceneggiatura.
Ma soprattutto luogo denso di brutti ricordi che si trasformano in sensi di colpa. Gli stessi dai quali aveva sempre tentato di fuggire.
La trama segue le peripezie del protagonista attraverso la tipica e collaudata parabola che trasforma il personaggio principale da edonista cinico e sprezzante alla scoperta di paure, incertezze, fragilità che lo fanno vacillare.
Grazie allo stile graffiante ed irriverente dello scrittore scozzese, Kennedy Marr risulta essere un personaggio davvero simpatico, nonostante il curriculum da canaglia incallita e la presenza di qualche volgarità di troppo. Nel romanzo, in pieno stile Niven, c'è spazio anche per una critica, piuttosto esplicita, rivolta ad alcune bizzarrie e contraddizioni delle industrie cinematografiche ed editoriali e dei loro interpreti.
In una storia simile non è facile riconoscere, ammesso che esista, una morale. Lo scrittore descrive un ideale di vita o ne condanna gli eccessi? E non è facile distinguere quanto le critiche, per esempio al sistema hollywoodiano, riflettano il pensiero dell’autore o se invece siano la rappresentazione caricaturale dei pregiudizi che spesso esistono sugli attori e i loro vizi.
Qual era l’idea di Niven? Divertire o farlo con l’aggiunta di un pizzico di riflessione? Ma in fondo è inutile chiederselo. A tal proposito Kennedy Marr direbbe qualcosa tipo "'rca troia ragazzo, è soltanto un libro, chiudilo e andiamo a spassarcela".
Indicazioni utili
Impossibile non notare le numerose somiglianze tra i protagonisti, entrambi scrittori " maledetti " amanti della bella vita.
Commenti
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Se hai letto " A volte ritorno ", credo che " Maschio bianco etero " sia una lettura obbligatoria anche solo per il clamore che aveva creato Niven con il primo romanzo.
Ho sentito di molti che sono rimasti delusi da questo secondo romanzo.
Io invece non avevo letto niente di questo eccentrico scrittore, e forse proprio per questo, senza termine di paragone, mi sono goduto a pieno la lettura.
Senza gridare al capolavoro, una storia ben scritta, politicamente scorretta e divertente, ma non solo.
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