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Nostalgia
Il romanzo è scritto in prima persona ma la prima persona cambia, un po' come nei Passanti di Mauvignier.
E se l'inizio del romanzo con la sua scrittura asciutta, sobria, quasi eccessivamente scarna non colpisce particolarmente, anzi mi ha lasciato qualche perplessità, poi invece le emozioni iniziano ad affiorare dalle pagine come succede in Mauvignier: un misto di nostalgia, rimpianto, malinconia. Una magia che funziona perfettamente proprio per la scrittura scarna che rende senza appesantire le sfaccettature dell'umore e del cuore. La bravura di Modiano non appare subito ma ci vuole un po' di pazienza per riuscire ad apprezzarla. La storia sembra un pretesto per trasferire nelle pagine i colori interiori. In realtà non c'è una vera trama, c'è una ragazza che si sente viva solo fuggendo e il romanzo racconta delle sue continue fughe, di casa, dal marito e alla fine in un certo senso dall'amante. Ma è più importante l'idea di fuga della storia, la presenza minacciosa di un nemico, di un inseguitore dell'inseguitore. Tutti i personaggi e le vicende restano ombre e anche la ragazza non è pienamente afferrabile nella sua psicologia. Non è questo che all'autore interessa. Vuole solo rendere le sfumature cangianti di un animo. Un animo tutto sommato inafferrabile.
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Per ciò che ho letto dei due scrittori, io voto per Modiano.
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