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L'orizzonte
 
L'orizzonte 2015-02-08 10:27:56 Cristina72
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
Cristina72 Opinione inserita da Cristina72    08 Febbraio, 2015
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Quarant'anni dopo

Com'è triste la Parigi di Modiano! Lunghi tragitti in metrò all'ora di punta tra la folla anonima, incontri fugaci (“senza futuro, come in un treno notturno”), momenti sospesi nel tempo e nel ricordo...
“Impossibile mettere ordine lì dentro, quarant'anni dopo”.
Il romanzo è un susseguirsi di flashback che l'autore modula sapientemente, senza che il filo della narrazione ne risenta.
Si tratta, del resto, di un filo impalpabile, quasi onirico: quello dei pensieri di Jean Bosnams, il protagonista maschile. Ricostruire il passato è per lui un'esigenza, perché un cerchio deve chiudersi, una ferita (molte ferite) risanarsi.
Lo riviviamo insieme a lui, il suo passato, e precisamente un breve periodo della sua giovinezza, tormentato da un senso di colpa indefinito e da una coppia di sinistri personaggi (uno dei quali, forse, sua madre).
Poi c'è l'incontro con Margaret, che è un incontro di solitudini (“Indubbiamente nessuno dei due aveva un punto di riferimento nella vita”), perché anche Margaret è vulnerabile e perseguitata, con un passato nebuloso e un presente carico di inquietudine: abbastanza da indurre i due giovani a proseguire insieme un tratto del loro cammino.
Tutto sembra muoversi in una dimensione di sogno ad occhi aperti, con stagioni indefinite e paradossalmente mai troppo fredde, mentre si parla di due cuori d'inverno.
L'uso della terza persona ogni tanto si interrompe per dare spazio alla voce di Jean che si rivolge direttamente a Margaret - “Io e te...” - e subito emerge una sfumatura nostalgica, il desiderio di ritrovare la donna persa nelle pieghe segrete di un passato dove lei sembra ancora vivere una vita parallela.
Una parete invisibile li separa, ma forse basterebbe allungare una mano per squarciare il velo del tempo, chiudere finalmente quel cerchio e trovare pace:
“E se tutte quelle parole restassero sospese nell'aria fino alla fine dei tempi e bastasse un po' di silenzio e di attenzione per captarne l'eco?”.
C'è poesia tra le righe di questo romanzo, e un bisogno struggente di appartenenza.

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Commenti

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Complimenti bella recensione.
È un libro che leggerò a breve, avevo chiesto io di inserire la scheda.
Modiano è a mio parere un fuoriclasse, e non solo per il Nobel vinto, certo il premio lo ha reso noto, ma la sua bravura è indiscutibile.
Bravissima.
Saluti
Riccardo
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Cristina72
08 Febbraio, 2015
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Allora ti ho bruciato sul tempo Riccardo ;-) Aspetto la tua rece, ciao!
Molto bello il tuo commento, Cristina.
Mi piace parecchio lo stile di Modiano, che fa risuonare memoria, struggimento, solitudine ... con un tono 'minimalista' , senza ammiccamenti al mercato editoriale.
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