Dettagli Recensione
Realtà corrotte
Occorre fare una premessa importante che può salvare questa lettura a chi ne ignora la natura, come è capitato a me inizialmente. Lo stile adottato da Faulkner per quest’opera è quella del flusso di coscienza: la narrazione va avanti tra i pensieri spesso sconnessi e interrotti dei personaggi. Come ben sapete la mente umana è un fiume in piena e non esiste un filo logico nella formulazione dei pensieri, ed è così che scorre il romanzo, quindi accingetevi alla lettura con questa consapevolezza e potrete apprezzarne le sfumature e i contenuti. Anche se non apprezzo particolarmente questo stile, Faulkner lo adotta in maniera superba e rende la lettura complessa ma in questo modo indelebile come forse non avrebbe potuto fare diversamente.
Ci troviamo al cospetto dei Compson, famiglia dall’importante passato e dalla forte influenza nella città di Jefferson. Una famiglia oltremodo controversa e travolta dalle avversità, un padre che si lascia andare all’alcool, una madre pazza e apprensiva, quattro figli di cui uno pazzo dalla nascita e dei servi di colore tra i quali spicca la carismatica domestica Dilsey. Saremo partecipi del decadimento di questa grande famiglia, trascinata nelle tenebre dai suoi stessi componenti, che Faulkner ci farà scrutare nel profondo. Esistono realtà che si corrompono, non importa quanto grandi e gloriose possano esser state, non v’è passato tanto forte da resistere alla corruzione del presente. Realtà che si lacerano e diventano qualcosa di contaminato e insalvabile, all’interno delle quali non ci si può che infettare. L’unica salvezza dalla caduta l’ha chi, per quanto dolorosamente, da quella realtà si tira fuori per non essere partecipe della sua miserabile fine. Anche nel fango può nascondersi un diamante, ma perso all’interno del sudiciume questo non avrà alcun valore e dovrà tirarsene fuori per non essere perso per sempre. Però bisogna guardare in faccia alla realtà e accettare che non tutti i cumuli di fango nascondono un diamante, anzi.
Difficile dire se ci sia qualcuno dei Compson che abbia tirato fuori sé stesso dalla rovina, fatto sta che Benjamin, il figlio nato “idiota”, conserva una purezza che persone che si giudicano migliori di lui hanno irrimediabilmente perso.
“[…] Non te lo do perché tu possa ricordarti del tempo, ma perché ogni tanto tu possa dimenticarlo per un attimo e non sprecare tutto il tuo fiato nel tentativo di vincerlo. Perché, disse, le battaglie non si vincono mai. Non si combattono nemmeno. L’uomo scopre, sul campo, solo la sua follia e disperazione, e la vittoria è un’illusione dei filosofi e degli stolti.”
Indicazioni utili
Commenti
10 risultati - visualizzati 1 - 10 |
Ordina
|
anche io ho trovato la lettura faticosa, pur riconoscendo enormi pregi all'autore..
10 risultati - visualizzati 1 - 10 |
Ferruccio