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La moralità del Bronx
In questo libro di Tom Wolfe ho notato che la trama non è importante, anzi, se ci si pensa bene non è granché, ma i veri protagonisti di questo romanzo sono i personaggi, tutti, senza eccezione.
Partiamo da Sherman McCoy, finanziare di successo con moglie, Judy, e figlia, Campbell, e una bella casa in Park Avenue, la zona "giusta" della città. un "padrone dell'universo" come lui stesso ama definirsi, ma troppo sciocco e ingenuo. Un personaggio per il quale ho provato una forte antipatia fin da subito... non che gli altri fossero meglio, però!
Passiamo poi a Larry Kramer, procuratore fortemente invidioso della bella vita di quelli che abitano nella zona giusta di New York, in cerca solamente del grande caso che possa portargli notorietà e fama, se questo vuol dire andare contro a Sherman McCoy, di cui invidia tutto, ancora meglio...
Anche lui è un personaggio moralmente mediocre. Anzi potrei affermare che ha più coscienza morale Sherman McCoy che non Kramer, almeno Shermam, qualche dubbio morale se lo pone, invece Kramer va avanti a testa bassa per la sua strada indipendentemente a chi si trova davanti, credendo di essere superiore e migliore a tutti.
Infine troviamo il giornalista alcolizzato Peter Fallow, scroccatore abituale di pasti in ristoranti e anch'esso in cerca di fama.. Fallow è un abile giornalista, che sa enfatizzare anche la notizia più banale e non si cura minimamente se quello che sta raccontando è la verità o solamente un punto di vista. A lui interessa lo scoop e quello che ne deriva, fama e popolarità.
Ecco i tre protagonisti principali e i 3 punti di vista che ci raccontano la trama.
Devo dire che è stato un dolore scoprire questo Bronx così corrotto e amorale dopo aver letto un altro libro dove, il medesimo luogo, prendeva un aspetto completamente diverso. Non l'ho amato, percepivo il sentimento di diffidenza e di paura che impregnavano quel luogo. Tutte le procedure del tribunale per evitare di dover tornare a casa in auto quando calava la notte, per non rischiare, come casualmente si era ritrovato McCoy, a girovagare per quelle strade al calar della notte, senza alcuna protezione, nemmeno quella della luce del sole...
Passiamo infine allo stile. Non posso dire di averlo amato, non posso proprio. Mi è risultato difficile non annoiarmi continuando a leggere... frasi ripetute, continui sproloqui dove ogni concetto si ripeteva centinaia di volte e diciamocelo, una trama fondamentalmente povera di fatti anche se ricca di congetture. Sì, lo so, sicuramente il fine ultimo di questo romanzo era quello di descrivere il Bronx corrotto, mettendoci davanti alla ovvia conclusione che nessuno è perfetto e che tutti colgono l'occasione quando essa si presenta, indipendentemente che sia morale o no.
Mah, non è il genere di cose di cui mi piace leggere soprattutto quando, invece di essere un piacere, la lettura diventa pesante e difficile da portare a termine...
che dire infine? Non c'è dubbio che lo scrittore sia riuscito a cogliere bene gli umori e i caratteri che contraddistinguevano quel particolare periodo storico, ricchi di vanità e di false certezze, ma altrettanto sicuramente, questa non è stata una lettura per me.