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Suite francese
 
Suite francese 2015-02-02 10:43:04 Cristina72
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
Cristina72 Opinione inserita da Cristina72    02 Febbraio, 2015
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"Un bel popolo siamo!”

Romanzo incompiuto - doveva essere in cinque atti come una sinfonia, ma la scrittrice, deportata ad Auschwitz, non ebbe il tempo di finirlo – consta di due sole parti: la prima è quasi una cronaca in presa diretta dell'entrata dei nazisti a Parigi e il conseguente, disperato esodo dei parigini di ogni estrazione sociale, la seconda ha invece come sfondo un villaggio francese occupato dai tedeschi, ospiti non invitati nelle case degli abitanti, e l'idillio amoroso tra un ufficiale tedesco ed una donna francese.
La prosa è fluida, arguta, elegante (si avverte chiaro l'influsso di Proust), e c'è l'urgenza di raccontare persone e cose mettendo nero su bianco idee e sensazioni proprie ed altrui, con un'analisi psicologica degna di nota.
Non ci sono eroi, ma solo gente più o meno nobile, più o meno meschina, che si arrangia di fronte ad una guerra che mette a dura prova la forza e la dignità di tutti.
Il lettore osserva i fatti attraverso continui cambi di prospettiva che movimentano la narrazione, anche se la mancanza di riferimenti ai crimini di guerra dei soldati della Werhmacht e i pochissimi accenni alla persecuzione degli ebrei non danno una visione del tutto esaustiva del periodo storico.
Sembra una guerra dove i tedeschi, vincitori, prendono possesso del paese vinto senza troppo infierire:
“I tedeschi... branco di carogne... Però, dobbiamo anche essere giusti... E' la guerra...”.
La Francia sottomessa al nemico è fiera solo in apparenza: la sensazione generale e inconfessata della maggior parte è che in pugno alla Germania si sta al sicuro da pericoli forse maggiori.
Del resto, la vita fa il suo corso nonostante tutto: lo si vede dal risveglio della natura a primavera e da quello dei sensi: “Nemici? Certo... Ma uomini, e giovani...”.
La storia d'amore, anche se tutto sommato splendidamente delineata, assume a volte contorni da romanzo rosa, ma gli appunti della stessa autrice riportati alla fine del libro rendono abbastanza l'idea dei suoi piani e di un lavoro ben lontano dall'essere terminato.
Nei capitoli che ci sono pervenuti pochi personaggi saranno capaci di conservare la propria libertà interiore, e le pagine più forti sono quelle che descrivono una quotidianità sconvolta da fatti drammatici e straordinari dove uomini e donne lottano solo per la sopravvivenza, estranei ad atti di eroismo e solidarietà:
“...in tutti, ricchi o poveri che fossero, confusione, viltà, vanità, ignoranza! Un bel popolo siamo!”.

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Sicuramente interessante anche se chissà cosa ne avrebbe fatto anche dei primi due capitoli, se avesse avuto tempo.
siti
02 Febbraio, 2015
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Mi incuriosisce leggere questo romanzo, mi aspetta da tempo. Hai offerto un quadro chiaro e la nota stilistica è un bell'invito.
@Mario: non sono due capitoli ma due parti, con tanto di titolo. In tutto circa quattrocento pagine. Interessante è leggere anche gli appunti della scrittrice sul romanzo, per certi versi struggenti.
@Laura: sono curiosa di leggere la tua opinione :-)
A me, Cristina, questo libro non è piaciuto molto : a tratti mi ricordava Balzac; a tratti ci trovavo qualcosa di sottilmente lezioso. Però, fra i libri dell'autrice che ho letto, è il migliore.
La tua recensione mi è piaciuta, una bella analisi.
Il libro mi sembra molto toccante.
Grazie per il suggerimento.
Saluti
Riccardo
Grazie Riccardo, penso che ti piacerà.
@Emilio: deduco che la Némirovsky non è nelle tue corde. Anch'io l'ho trovato a volte un tantino lezioso ma per tutta la prima parte la pensavo come te: il miglior romanzo della scrittrice. Nella seconda, visto il “trattamento di favore” riservato ai tedeschi ho cambiato idea. Ma la condizione sospensiva è d'obbligo: non sappiamo come il romanzo si sarebbe sviluppato.
Bella recensione a un libro che ho molto apprezzato. ti faccio una sola osservazione : nel 1940-41 la Germania e' convinta di aver vinto la guerra e i francesi , non solo i collaborazionisti, sono convinti che non ci sia possibilità di un riscatto. I tedeschi possono permettersi di comportarsi come occupanti magnanimi , gli stessi ebrei francesi come la Nemirowsky sono discriminati ma non ancora perseguitati brutalmente.Il romanzo descrive questo breve momento storico. Nel 1942 cambierà tutto e la stessa Irene verrà purtroppo deportata e uccisa nei campi di sterminio nazisti.
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