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Il tabaccaio di Vienna
 
Il tabaccaio di Vienna 2015-01-30 21:35:08 annamariabalzano43
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3.0
Stile 
 
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Contenuto 
 
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Piacevolezza 
 
3.0
annamariabalzano43 Opinione inserita da annamariabalzano43    30 Gennaio, 2015
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Un romanzo di iniziazione nella Vienna dell’Anschl

La vicenda ha inizio alla vigilia dell’annessione dell’Austria al terzo Reich. Il giovane Franz è costretto da sua madre, rimasta sola e senza risorse economiche, a trasferirsi dalla campagna in città. L’impatto con la capitale austriaca è abbastanza traumatico. Egli dovrà essere d’aiuto nell’esercizio di una tabaccheria di proprietà di un vecchio reduce della prima guerra mondiale, mutilato d’una gamba in combattimento. Le prime esperienze di Franz sono sensoriali: ciò che coglie nell’immediato è il rumore, fatto di “un’accozzaglia di suoni”, è la luce, fatta di uno sfavillare di vetrine e specchi, è l’odore di grasso stantio, di fogna, di fumo, di catrame. È la città con il suo olezzo che si contrappone ai profumi di una campagna idealizzata nei ricordi di un adolescente.
L’incontro con il vecchio Otto, il tabaccaio, abituato a trascorrere la sua vita dietro a un banco e a fare solo i passi indispensabili per muoversi, appoggiandosi alle vecchie stampelle, lo intimidisce. A poco a poco, tra i due si instaurerà un rapporto affettivo profondo. Otto gli insegna come diventare un competente tabaccaio, gli fornisce i primi rudimenti per riconoscere un buon sigaro ed apprezzarne il profumo e il gusto, curarne le foglie di tabacco con cui vengono arrotolati dalle donne cubane. Un’arte.
La vita monotona del giovane Franz nella capitale viene movimentata da due eventi importanti: l’incontro con il Professore, il noto psicanalista Sigmund Freud, che ama i buoni sigari e gli spiega qualche concetto fondamentale dello studio del subconscio, e l’incontro con Anezka, la ragazza boema di cui si invaghisce e che lo inizia all’amore.
Il fanatismo nazista, tuttavia, dilaga nella città austriaca. La persecuzione degli ebrei si fa sempre più serrata. In questo clima, attraverso il dolore e la perdita Franz trova la giusta strada dell’onestà e del rispetto per il prossimo.
È la solitudine il vero protagonista di questo romanzo. La solitudine d’un giovane che impara a crescere con la sola guida di alcune figure carismatiche, alle quali deve le sue scelte definitive. La sua crescita è rapida e dolorosa. È, ancora una volta, la città, con tutte le sue allettanti e ingannevoli seduzioni, la città contrapposta alla semplice vita della campagna che lo aiuta a superare la soglia dell’adolescenza e lo introduce nel tempo della conoscenza e della consapevolezza.

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Commenti

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Complimenti Annamaria, bel commento! Non conosco questo romanzo ma la trama è intrigante e le tue parole hanno reso perfettamente l'idea - in particolare nella parte finale dove evidenzi che la vera protagonista dell'opera è la solitudine - tanto che sono curiosa di leggerlo. :-)
È un libro interessante, Maria, nel complesso. Spero che ti piaccia.
siti
31 Gennaio, 2015
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Bel commento, buona la storia, voto tiepido, come mai? Superficiale l'ambientazione storico- geografica?
Hai centrato il problema! La descrizione del periodo storico e delle inevitabili influenze sui protagonisti manca di quel "pathos" che ci si aspetterebbe.
bel commento Anna Maria per chi come me predilige il genere e l'ambientazione storica!
peccato per quella mancanza di "pathos" come dici tu...
Ciao Silvia. Il limite che ho riscontrato potrebbe essere solo un'impressione soggettiva, molto personale. Può darsi che altri non lo rilevino. Questo il motivo per cui ho ritenuto opportuno non esplicitarlo nel mio commento. Le stelline mi sono sembrate sufficienti!
In risposta ad un precedente commento
silvia71
31 Gennaio, 2015
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ti comprendo molto bene e ti appoggio Anna Maria!
Brava Anna Maria, per la tua capacità di ' leggere ' oltre i fatti, fino a scoprire i temi esistenziali che sono attuali sempre.
Grazie Silvia!
Grazie Emilio.
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