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Il vangelo secondo Gesù Cristo
 
Il vangelo secondo Gesù Cristo 2015-01-29 17:55:45 siti
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
siti Opinione inserita da siti    29 Gennaio, 2015
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“Breve di giorni, sazio di inquietudine"

“Breve di giorni, sazio di inquietudine”.
E non è questo l’uomo?
In quest’opera vi ho visto fondamentalmente un uomo, Saramago, fortemente pessimista ma di un realismo sconcertante. Accattivante, lo scrittore, nella narrazione della storia di un uomo, Gesù, al pari di lui dilaniato dal dubbio. Pronto a dubitare di tutto e di tutti, compreso se stesso nell’atto della riscrittura della biografia più nota che ci sia.

Un’impostazione tesa a prendere atto della realtà in una dimensione temporale che è al tempo stesso diacronica e sincronica, tutto e niente, virtù e peccato. Una lettura che mi ha fatto riflettere, sorridere, raccapricciare, dubitare, credere e soprattutto sguazzare nel mio libero arbitrio.
Uno stile inconfondibile che fa digerire, per l’assenza di punteggiatura, gli innumerevoli dialoghi ( a me non sempre graditi) che però risultano corrosivi nel costringere a continue riletture per cercare di capire chi dice cosa. Se poi ci si sofferma a chiedersi anche il perché a quel personaggio è dato dire ciò, si cade nella tela del ragno. L’autore è riuscito nell’intento: a mio parere, tutto ha voluto, tranne provocare.
Ha , con fine intelligenza, descritto la variabilità del pensiero umano alla luce della contraddizione in termini presente nella realtà. Non c’è bene senza il male, non c’è uomo senza peccato e soprattutto non c’è uomo che possa spiegare niente, tanto meno uno scrittore che, ammiccando al lettore, vela il suo vero messaggio oscurandolo volutamente con un vestito provocatore e provocante. Tra le righe Saramago ci ha offerto la sua sofferenza privata per un Uomo che ancora non sa amare, per un Mondo il cui futuro migliore è ancora da scrivere.


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Molto profonde le tue osservazioni, Laura. Saramago è sempre una lettura impegnativa!
Bel commento. Da non fare assolutamente leggere agli opinionisti dell' "Osservatore Romano": dire che Saramago con questo libro ha voluto far tutto tranne che provocare sarebbe per loro la peggiore provocazione... :)
Letto anni fa, ne serbo un ricordo che si sposa felicemente con le tue riflessioni, che personalmente non avrei mai potuto esprimere così bene. Complimenti!
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siti
30 Gennaio, 2015
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Grazie Anna Maria, è vero è impegnativa questa scrittura ma da conoscere.
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siti
30 Gennaio, 2015
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In piena posizione anticlericale anche io?? Come è facile, anche senza volerlo. Non se ne esce da questa cosa...Grazie Rollo
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siti
30 Gennaio, 2015
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Esagerato Ale, mi lusinghi.Grazie
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Mario Inisi
30 Gennaio, 2015
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Io ho sempre pensato che ogni Romanzo deve contenere qualche frammento di verità che fa da lievito all'impasto narrativo; che il fascino di una storia sta nella sincerità dell'autore. Ma Saramago mi ha fatto vedere le cose in un altro modo nel senso che il potere di attrazione di alcuni suoi testi e soprattutto del Vangelo sta proprio nel cambiare faccia alla verità dandogliene un'altra altrettanto plausibile. Dal punto di vista del credente è un'operazione molto irritante e potrebbe essere considerata una provocazione anche se non sono abbastanza perspicace per indovinare le reali intenzioni di Saramago, ma dal punto di vista del lettore bisogna ammettere che ha una capacità narrativa e ipnotica incredibile. Il suo potrebbe anche essere un gioco di prestigio, far parlare il diavolo con la voce di Dio e viceversa, non so quanto innocente.
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siti
30 Gennaio, 2015
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Che bel commento il tuo, Mario. Molto interessante. Io forse ho peccato di presunzione, cercavo solo di capire le ragioni della scrittura e mi piace pensarlo, Saramago, come un uomo in crisi, da capire più che da condannare. Il suo interesse è stato quello di farsi una ragione del limite umano anche riabilitando proprio chi, dalla storia usciva come il negativo. Ha giocato sui ruoli di bene e male, giusto e ingiusto, vero e falso, Dio e diavolo: tutte contrapposizioni forti e dialettiche che non si escludono ma sono una complementare all'altra. Un gioco di prestigio? Bello, ma non fine a se stesso. Il fine: incantare, confonderti, stupire? Per me riflettere.
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Mario Inisi
30 Gennaio, 2015
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Sicuramente è uno di quei libri a cui continui a pensare e che ti lasciano un'impressione profonda ma anche un senso di confusione perchè i concetti di bene e male sono i cardini della vita quindi invertirli è molto, molto spiazzante.
una splendida sintesi, Laura!
devo ancora decidermi a leggere Saramago, quest'anno lo farò
grazie dello spunto
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