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Educazione di una canaglia
 
Educazione di una canaglia 2015-01-29 10:02:19 Donnie*Darko
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Donnie*Darko Opinione inserita da Donnie*Darko    29 Gennaio, 2015
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Uno su mille ce la fa

Nonostante la vita gli abbia più volte girato le spalle Edward Bunker non si autocommisera. Il resoconto di 18 anni di galera, scontanti in tre tranche, è compresso in questo tomo in cui la vergogna implicita per ciò che si è compiuto lascia maggiormente spazio all'indignazione nei confronti di una società emarginante. L'autore giunge ad un'esternazione malinconica, segnata da un livore composto nei confronti del sistema carcerario americano e più in generale verso un pregiudizio che non lascia scampo, soprattutto se si proviene dai sobborghi di una Los Angeles sempre pronta a fagocitare il primo sprovveduto senza alcun rimorso.
L'infanzia scivola tra genitori assenti e educatori incapaci, sino ad una distorsione sfociante nella formazione criminale del titolo, in cui il guadagno facile ha il sopravvento su tutto il resto, con l'icona della mecca Hollywoodiana a risplendere attraverso falsi miti e un'opulenza riservata a pochi.
Il contrasto è efficacemente sviluppato, quanto le vicissitudini che Bunker affronta in questa sentita autobiografia riferita senza riserve, con la violenza a dominare di continuo il racconto. La vita dietro le sbarre è pura sopravvivenza mirata ad evitare i pestaggi (dei secondini o di altri carcerati fa poca differenza), a scansare i tentativi di stupro e a rifiutare la sirena stordente delle droghe; usciti da quell'inferno in cui la dignità umana viene regolarmente calpestata non vi è spazio per alcuna redenzione.
San Quintino e Folson sono istituti penitenziari che fanno infamante curriculum, se poi si proviene da un ambiente in cui si è marchiati fin dalla nascita inseguire il riscatto diventa pura utopia.
Il sistema mira alla distruzione, fornisce ai suoi schiavi brutalità in dosi massicce, trasformando la presunta feccia in carne morta da tumularsi il più in fretta possibile. Bunker fornisce voce a chi non ne ha mai avuta, prolisso e ripetitivo quanto si vuole ma indubbiamente efficace nel materializzare la disperazione attraverso un racconto da brividi, in cui l'assenza di ogni più logica regola del vivere civile alimenta una regressione tanto mirata quanto sempre più feroce.

Eccezione che conferma la regola, Bunker, grazie all'enorme determinazione, ad una bella dose di fortuna unita a un notevole quoziente intellettivo, ha raggiunto la pacificazione divenendo apprezzato scrittore. E' stato inoltre capace di raggiungere il sogno Hollywoodiano prestandosi più volte come sceneggiatore ed attore. Il suo ruolo più celebre resta quello di Mr. Blue interpretato per Quentin Tarantino ne "Le Iene".

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Commenti

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Un libro duro, mi sembra di capire, ma che vale la pena leggere. Bella segnalazione.
Un commento interessante, Alessandro, per un libro "che fornisce voce a chi non ne ha mai avuta". E questo è già un merito.
siti
29 Gennaio, 2015
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Bella segnalazione
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Donnie*Darko
29 Gennaio, 2015
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Grazie Annamaria, molto duro ma decisamente valido
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Donnie*Darko
29 Gennaio, 2015
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Vero Emilio, la voce della "feccia" ha la sua dignità, e Bunker lo dimostra
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Donnie*Darko
29 Gennaio, 2015
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Thanks Laura!
Grandissimo film, "Le iene": continuo a pensare sia il migliore di Tarantino. Certo Bunker, tra tanti attori professionisti, sembra un po' spaesato... Ma m'avevano già detto che è un ottimo narratore delle cose che ha sperimentato sulla sua pelle. Dovrò leggerlo...
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Donnie*Darko
30 Gennaio, 2015
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Ciao Rollo, ti consiglierei di iniziare da " Little boy blue" o " Cane mangia cane". Si, su Tarantino mi trovi d'accordo anche se Pulp fiction e Bastardi senza gloria mi sono piaciuti altrettanto. Ma toglimi una curiosità, commenti film su Filmscoop o sbaglio? ;)
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Rollo Tommasi
30 Gennaio, 2015
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I film che hai citato sono tutti molto belli. Va detto che per la maggior parte dei fans il film cult per eccellenza è "Pulp fiction". Non so spiegarlo, ma penso che "Le iene" (sebbene non sia autenticamente di Tarantino, nel senso che è ispirato ad una storia già portata sullo schermo prima di lui) abbia una "morale" superiore agli altri film che abbiamo citato.
Come dissi altra volta, conosco di sicuro meglio il cinema che la letteratura... ma non sono io che scrivo su Filmscoop. Immagino che tu ti riferisca a qualche nickname identico: in realtà Rollo Tommasi è esso stesso un personaggio di un film (seppure citato come "paradigma") e in alcuni siti ho dovuto rinunciare a registrarmi con questo nick in quanto altri prima di me l''avevano fatto.
Ciao.
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Donnie*Darko
03 Febbraio, 2015
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Ciao Rollo, in effetti pensavo fossi tu in quanto lo stile di scrittura e la capacità di approfondimento sono simili alle tue. Non sapevo fosse un un nick così diffuso, sicuramente una curiosa coincidenza :-)
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