Dettagli Recensione
Sentirsi “sbagliato”
“Ragazzo da parete” di Stephen Chbosky (edito nel 2012 con il nuovo titolo "Noi siamo infinito") è un romanzo epistolare formato dalle lettere (“…meglio di un diario, perché creano una sorta di relazione, e perché il diario potrebbe sempre essere trovato”) che il quindicenne Charlie spedisce a un destinatario non ben identificato nell’arco temporale corrispondente al primo anno del liceo.
Charlie sperimenta sulla propria pelle un senso di anomalia (“Ho davvero qualcosa che non va. E non so di che cosa si tratti”) e di incongruenza (“Lo psichiatra, che mi spiega il significato dell’espressione passivo aggressivo”), mentre nella fase adolescenziale affiorano – combinate secondo le regole della complessità vitale dell’età – le pulsioni sociali, sentimentali e psicologiche tipiche di chi è alla ricerca (“Vorrei soltanto che Dio, i miei genitori, Sam, mia sorella o qualcun altro mi dicessero che cosa c’è che non va in me”): della propria identità personale, familiare, relazionale. Con un debito di consapevolezza nei confronti del passato che – nonostante non siano trascorsi troppi anni – giace sepolto, travolto dalle rimozioni infantili.
Charlie ha un rapporto preferenziale con un giovane insegnante (“Bill mi assegna dei libri speciali da leggere quando non sono a scuola”). E ha segreti che lo legano al padre (“Si è messo a piangere durante l’ultima puntata di M*A*S*H*, e mi ha confidato il suo segreto, e mi ha tenuto sulle ginocchia, e mi ha chiamato campione”), alla sorella incautamente incinta di un compagno con il quale ha instaurato un rapporto burrascoso e manesco, con Patrick, l’amico dell’ultimo anno che vive sulla propria pelle i pregiudizi scatenati dall’omosessualità.
Della sorella di Patrick, Sam è segretamente innamorato. Per lei non accetta la prima relazione con Mary Elizabeth (“Mary Elizabeth… credo sia iniziato tutto quando la stavo aiutando a graffettare l’ultimo numero di Punk Rock, venerdì, prima di andare a vedere il Rocky Horror Picture Show”), che sente non autentica (“Ho restituito il libro che mi aveva comprato Mary Elizabeth”) e trova un modo plateale per dichiararsi (“Patrick ha proposto di giocare a obbligo o verità: adora farlo, dopo essersi scolato una bottiglia”).
Il sentirsi eccentrico e inappropriato si combina all’anelito verso l’infinito e nel desiderio di appartenenza (“Fuori tutto tace. Lo so. E prima ho guidato fino al Big Boy. E ho visto Sam e Patrick. Ed erano con Brad e Craig. E la cosa mi ha reso triste, perché volevo restare da solo con loro”), che si manifesta nell’intensità di legami viscerali, Charlie sperimenta il dolore per il suicidio di un amico, le prime sigarette, le avventure lisergiche, le feste comandate, gli appuntamenti di una gioventù danzante, teatrale e immersa negli esperimenti culturali (“Quando sono andato al Rocky Horror Picture Show, quella sera, c’era molta tensione”), per approdare alla scoperta del proprio trauma e a una nuova consapevolezza di sé: “Perché ero in piedi, nel tunnel. Ed ero presente, davvero. E questo mi è bastato a farmi provare quella sensazione di infinito.”
Bruno Elpis
P.S.: Le letture che l’insegnante Bill propone a Charlie ben potrebbero rappresentare un interessante percorso di lettura:
- Il buio oltre la siepe di Harper Lee
- Di qua dal paradiso di F.S.Fitzgerald
- Pace separata di John Knowles
- Peter e Wendy di J.M. Barrie
- Il grande Gatsby di F.S.Fitzgerald
- Il giovane Holden di J.D.Salinger
- Sulla strada di Jack Kerouac
- Il pasto nudo di William S. Burroughs
- Walden ovvero Vita nei boschi di Henry David Thoreau
- Amleto di William Shakespeare
- Lo straniero di Albert Camus
- La fonte meravigliosa di Ayn Rand
Indicazioni utili
Commenti
3 risultati - visualizzati 1 - 3 |
Ordina
|
Ciao!
3 risultati - visualizzati 1 - 3 |