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I LAMBERT IN CASA
Non è facile condensare in poche righe l’universo di sentimenti che questo romanzo riesce a contenere, né raccontare le storie che si srotolano tra le pagine, e neppure spiegare il senso delle “correzioni”, perché puoi correggere un errore solo se lo hai capito fino in fondo, ma a quel punto non è già più un errore.
I Lambert, una coppia di anziani genitori con due figli e una figlia adulti e lontani, sono una famiglia tragicamente normale: il loro mondo è così vero che ti sembra di muoverti nella loro casa, il loro sentire così vivo che ti sembra di non poter chiudere il libro e metterti a fare altro, senza avere l’impressione di abbandonarli.
Stare nella famiglia Lambert significa fare i conti con una realtà difficile, accorgerti che spesso sono le persone che hai più vicine che fanno più fatica a capire di cosa hai bisogno, forse perché semplicemente non se lo chiedono, o almeno non se lo chiedono più.
“E come ci si poteva permettere di respirare, per non parlare di ridere o dormire o mangiare bene, se non si era neppure in grado di immaginare quanto fosse difficile la vita di qualcun altro?”.
La famiglia è anche il problema senza soluzione delle aspettative dei genitori verso i figli, dei figli verso i genitori, dei mariti verso le mogli e delle mogli verso i mariti, un labirinto claustrofobico di grandi amori e di rancori e di ricatti affettivi più o meno espliciti, dal quale non sembra esserci un’uscita indolore.
L’ultimo Natale che riunisce i Lambert (e solo i 5 Lambert) infrange il sogno impossibile di rimettere insieme qualcosa che non c’è più, ma la malattia spietata che lo ha distrutto è anche la chiave di volta per capire gli errori e correggerli.
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Commenti
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Ho amato molto questo libro, avevo davvero la sensazione di avere la famiglia Lambert in casa: è la forza dei personaggi.
(PS: ho avuto un maestro in IV elementare che si chiamava Emilo Berra....)
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Trovo molto bello il tuo commento. Come fa riflettere l'espressione "tragicamente normale" !