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Parenti serpenti da Nobel
Le Nœud de vipères di François Charles Mauriac è la confessione epistolare di Luigi, un uomo di sessantotto anni che vede tutta la sua famiglia – moglie, figli e nipoti – ronzare intorno a lui nell’attesa di ereditare il patrimonio che egli ha accumulato anche grazie all’avarizia. Nutre pertanto la prospettiva di una vendetta che consiste nel diseredare i ”parenti serpenti”. Ma la moglie muore prima di lui e la sua visione delle cose cambia profondamente, soprattutto nell’imminenza della fine dei suoi giorni.
Nella sua lettera, Luigi parla della sua storia con la moglie Isa, dell’amore soffocante di sua madre, delle sue crisi di gelosia. Analizza il suo rancore e i rapporti familiari, fondati sull’interesse economico, e progressivamente matura la “conversione”. Luigi non potrà terminare la sua lunga lettera perché muore nel corso della scrittura. L’ultima parola sarà « ador… ».
Il tema del denaro, del senso della vita, l’idea di Dio e del sentimento religioso si intrecciano in un groviglio che ha la stessa potenza immaginifica del “nodo di vipere” evocato dal titolo e che allude sia ai “parenti serpenti” sia all’intreccio di sentimenti e meccanismi negativi - odio, rancore, invidia, gelosia, ripicche, vendette – che affollano il cuore e lo comprimono.
L'ateo convinto, che aveva sempre accusato moglie e i figli di praticare la religione con ritualità abitudinaria e superficialità, riesce a cambiare e a perdonare, mentre i figli, neppure dopo aver letto il suo diario, riescono a perdonarlo o a capire che le loro colpe non sono inferiori a quelle del padre.
Mauriac, premio Nobel per la letteratura nel 1953, ha scritto un’opera spietata, poco indulgente, spigolosa, che tuttavia ha la profondità della verità e la schiettezza di chi non conosce le mezze misure.
Bruno Elpis
Post scriptum sul Nœud de vipères
La natura fornisce spunti continui sia al linguaggio di tutti i giorni, sia all’immaginazione artistica che nella natura stessa ravvisa occasioni per metafore e trasposizioni.
Nel caso dei rettili, sembra che uno spettacolo da brivido venga offerto da una strategia comportamentale: per conseguire risparmio di calore, le serpi attuano il cosiddetto svernamento di gruppo; numerosi individui (addirittura centinaia!) realizzano uno stretto contatto che permette il mantenimento di temperature più elevate negli ibernacoli. Sono stati osservati anche casi di svernamento di specie diverse nelle stesse cavità, talvolta anche di prede e predatori in contemporanea: coesistenza possibile in quanto nei periodi freddi i rettili non si alimentano.
Quando escono dall’ibernazione in primavera, le serpi offrono uno spettacolo impressionante formando enormi grovigli di maschi che cercano di accoppiarsi con le femmine.
A queste immagini spesso si ispira l’uomo nel suo linguaggio, quando utilizza il fenomeno naturale sopra illustrato per rappresentare in senso spregiativo una situazione di intrighi o un intrico di personaggi infidi.
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Commenti
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Grazie, un altro bello spunto per leggere questo libro.
Saluti
Riccardo
E' mia intenzione avvicinarmi a questo autore, che ancora non conosco.
@ Riccardo, Anna Maria ed Emilio: mi capita spesso di riflettere sulle espressioni linguistiche che mutuano dall'etologia animale... :-)
@ Rollo: no, non è casuale... deriva comunque dall'ammirazione che ho per la natura e i suoi spettacoli. Ciao! :-)
Grazie a tutti!
:-D
Ahahah, sei troppo simpatica :-)
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