Dettagli Recensione
Fare arte
Questo libro viene raccontato come una grande storia d’amore, più forte del tempo. Ma è molto, veramente molto più di questo. Inizia con l’immagine di un nonno e di una nonna che si incontrano per caso e si riconoscono, essendo stati, prima della guerra, marito e moglie. E tu, lettore, sei invogliato a proseguire per conoscere la loro storia, ma, di mano in mano, quello che prende vita ai tuoi occhi è, prima, tutto ciò che ha causato la loro separazione, l’antisemitismo crescente in quegli anni, l’amore sviscerato di Lenka per la propria famiglia, e, dopo, il racconto vivido di come Lenka ha passato quei terribili anni e di come è sopravvissuta, riuscendo a “fare arte”, sfruttando un suo talento naturale e restando sempre vicina ai propri genitori ed alla sorella. Il tutto è intrecciato a storie di personaggi minori che, dalle note dell’autrice, si scopre che sono tratte da storie vere e documentate. E’ un libro che ti segna perché racconta, dal di dentro, il dramma della deportazione degli ebrei, l’amore per i genitori, diventate ombre trasparenti di ciò che erano una volta, il coraggio di continuare a vivere quando era più facile lasciarsi morire. Il racconto da parte di Josef ti infonde delicatezza; il racconto da parte di Lenka ti infonde forza. Magistrale la pagina in cui si racconta del ritratto che Lenka fa della sua amica e del suo bimbo, ritratto fatto con ogni parte di Lenka e che diventa, nel tempo e nella storia della sua famiglia, un simbolo di vita, di resistenza e di amore.