Dettagli Recensione
Un essere fatto di carne, sangue e guerra
E’ sempre complicato dare un giudizio su un libro dal quale ci si aspettava tanto, ma che non ha soddisfatto le aspettative. Soprattutto se è stato scritto dal tuo autore favorito. Un retrogusto amarognolo ti pervade le papille gustative della mente quando ti rendi conto che hai un libro di quell’autore in meno da leggere, e che quest’ultimo non ti ha lasciato quel che speravi. E’ purtroppo il caso di “Meridiano di Sangue”, primo piccolo flop nella mia carriera di lettura McCarthyana. Lo stile è quello tipico dell’autore, ma nella sua forma più cruda e pesante. Si va avanti un po’ a fatica nonostante le metafore siano evocative come sempre anche se forse eccessive nella quantità. Descrive i luoghi in maniera eccellente, ma forse scendendo troppo nei dettagli e rendendo il tutto più faticoso di quanto non sia già, a causa della ripetitività palese degli eventi e dei luoghi che si susseguono tra le pagine. Pregno di una violenza stavolta troppo gratuita e non motivata dalla spiegazione di temi più profondi o dal tratteggiamento psicologico dei personaggi, come è consuetudine negli altri libri del caro Cormac. Dei personaggi l’unico degno di nota è il giudice, antagonista silenzioso fino alla fine dell’opera. Non è un libro da gettare via a priori, dipende sempre dai gusti, ma lo sconsiglio assolutamente per chi volesse approcciarsi per la prima volta all’autore. Si rischierebbe di scartarlo compiendo un madornale errore.
Nonostante le mie parole forse un po’ inclementi, non è del tutto privo di temi e contenuti questo libro. Il Far West non è probabilmente come ci viene mostrato nei film, decisamente imbonito e pregno di personaggi eroici, bensì colmo di malfattori e di spargitori di sangue. Il meridiano di sangue è la scia cremisi che si lasciano dietro il fin troppo giovane protagonista e i suoi compari cacciatori di scalpi. Uomini violenti spinti all’azione dall’amore per il denaro e dell’alcool e dall’erronea convinzione di essere superiori agli indiani e ai messicani ai quali faranno lo scalpo senza pietà, senza alcuna distinzione di età, sesso o predisposizione alla pace piuttosto che alla belligeranza. Convinzione la cui falsità contribuiranno essi stessi a rendere nota, portando scompiglio, ubriachezza, violenza e morte nei luoghi che avevano giurato di “purificare”. Essi rappresentano una peste errante seminatrice di morte tra le città già perse nell’oblio della miseria e sui muri delle quali, al loro passaggio, verranno scritte frasi che sfateranno la loro presunta superiorità rispetto a coloro che uccidono a sangue freddo.
Il giudice dice che l’uomo è nato per far la guerra e il mondo stesso è sorretto da quella che è da sempre definita come la sua peggiore piaga. Balliamo tutti una danza priva di senso fino a quando non ci accorgiamo di quello a cui la nostra esistenza è votata, dice. E quel fondo di verità che le sue folli parole nascondono, sono abbastanza da frantumare l’anima del più statuario degli uomini.
“Ciò che gli uomini pensano della guerra non ha importanza, disse il giudice. La guerra perdura nel tempo. Tanto varrebbe chiedere agli uomini cosa pensano della pietra. La guerra c’è sempre stata. Prima che nascesse l’uomo, la guerra lo aspettava. Il mestiere per eccellenza attendeva il suo professionista per eccellenza. Così era e così sarà. Così e non diversamente.”
Indicazioni utili
- sì
- no
Commenti
2 risultati - visualizzati 1 - 2 |
Ordina
|
2 risultati - visualizzati 1 - 2 |
quando prendi tra le mani un titolo del tuo autore preferito sei carico e ti aspetti tanto...
bello e utile l'invito che rivolgi ai lettori di non iniziare da questo titolo, perchè potrebbero avere una percezione negativa e abbandonare Mc Carthy a priori