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La stangata
E' un libro interessante, corposo (ben 452 pagine), uscito proprio un anno prima del 100° anniversario della Prima Guerra Mondiale (probabilmente non a caso). La “Grande Guerra” è il contorno in cui si sviluppa la vicenda, la scintilla che “accende” e fa decollare la storia.
Non è un libro di denuncia sugli orrori della guerra o almeno non solo, visto che comunque il protagonista, Edouard, è un'evidente vittima del conflitto e lo scrittore non manca di rimarcare più volte le perdite in vite umane, le mutilazioni e la grama vita di molti soldati tornati dal fronte e incapaci di ricostruire una vita normale e dignitosa. Il libro affronta invece, in maniera forte, provocatoria e irriverente soprattutto la società e le bassezze dell'animo umano: di chi approfitta della guerra e dei caduti per arricchirsi (prendendo spunto peraltro da fatti realmente accaduti), l'arrivista pronto a tutto pur di arrampicarsi ai vertici della scala sociale, l'incomunicabilità tra padre e figlio, l'inadeguatezza e la corruzione di diversi funzionari pubblici, l'indossare nella vita maschere a protezione del proprio essere interiore e della propria diversità, l'amicizia/riconoscenza che diventa però quasi maledizione, quando comincia a travalicare l'appoggio reciproco e comincia a spingere le persone in un vortice di azioni negative senza possibilità di ritorno alcuno
I protagonisti, ma anche le figure secondarie, sono ben tratteggiati. La scrittura è scorrevole e la storia accattivante, anche se aleggia sempre una sorta di malinconia e di amarezza, pochi personaggi anche quelli più positivi, come il mitico “Merlin”, rifulgono di luce propria, hanno sempre una sfaccettatura opaca, degli elementi di negatività.
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Commenti
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ben tornato tra noi :-)
non riesco a cogliere l'essenza di questo romanzo: è ricco di riferimenti storici o vuole essere prevalentemente narrativa?
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Ciao Robbie!