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America oggi
La propria storia narrata alla scatola nera di un aereo che sta precipitando. Si presenta così Tender Branson, (presumibilmente) ultimo adepto della setta religiosa Creedish, sopravvissuto al suicidio di massa dei suoi confratelli e poi elevato al ruolo di nuovo messia, infine nuovamente gettato nell'anonimato, per non dire nella polvere considerate le accuse d'omicidio pendenti sul suo capo.
E' Palahniuk puro e duro signori, il buon Chuck prima maniera, sempre caustico nel dipingere esasperando il modus vivendi della nazione americana; con toni da tragicommedia porta a galla una realtà distorta, ammorbata da miriadi di contraddizioni eppure clamorosamente possibile, aderente ad un qualcosa di surreale ma non poi così lontano dall' oggettivamente vero.
Ancora una volta c'è la società del consumismo sfrenato, dell'immagine e del credo utilizzato come controllo comportamentale e mezzo per guadagni facili riservati a pochi; la satira di Palahniuk è quasi demenziale ma comunque tagliente, capace di irridere con arguzia la nazione dell'eterna illusione, del sogno americano ormai infranto da tempo.
L'autore ironizza sulla tanto decantata possibilità di farcela anche da parte dell'ultimo dei reietti, la fittizia democrazia a stelle e strisce viene polverizzata dall'impatto dei mass media, dalla malleabilità dell'opinione pubblica, da invidie congenite e da un sistema che ti illude, poi ti usa, ti mastica e quindi ti getta nel pattume.
Lo stile è al solito eccentrico e pleonastico, decisamente inconfondibile: narrazione destrutturata -piuttosto confusa, ahimè, nella parte centrale- e solite digressioni maniacali, questa volta inerenti le capacità domestiche del nostro e le varie tattiche per rubare restando impuniti nel caso si fosse affetti da cleptomania.
Branson è l'uomo medio vittima degli eventi, è in continua balia di un mondo che può solo limitarsi a subire violentemente, su quell'aereo cerca finalmente una via di fuga, mentre i capitoli scandiscono il conto alla rovescia di una vita che è pura manipolazione in quanto indirizzata fin da subito.
Palahniuk dice molto, anche troppo e non sempre bene, però azzecca la storia giusta in perfetto equilibrio tra commedia, cinismo e denuncia, sfornando così uno dei suoi migliori romanzi.