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Come diventare buoni
 
Come diventare buoni 2014-12-09 18:34:34 Vincenzo1972
Voto medio 
 
4.5
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
Vincenzo1972 Opinione inserita da Vincenzo1972    09 Dicembre, 2014
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.. e rendersi conto che è meglio rimanere cattivi

E' il secondo libro che leggo di Hornby ed è stata una seconda gradita conferma dell'irresistibile verve umoristica di questo scrittore.
Ancora una volta la sua scrittura fluida e leggera diventa un valido supporto al talento che lo caratterizza, alla sua capacità di raccontare le stranezze, le contraddizioni e le assurdità della nostra vita quotidiana con intelligente ironia ed una punta di sarcasmo.
Per questo credo che questo libro possa essere maggiormente apprezzato da chi ha già vissuto o vive tuttora la grande avventura della vita matrimoniale, e non mi riferisco certo ai primi anni, tutti rose e fiori, baci ed abbracci, trottolino amoroso du du du da da da..
mi riferisco ad una vita matrimoniale, consolidata da almeno 5 anni, di 'stronzo/stronza' seguiti da una raffica di 'vaffanculo' urlati da una camera all'altra, di telefonate del tipo 'ti odio, ma quanto ti odio? ti faccio a pezzi, in quanti pezzi ti faccio a pezzi?', di musoni e lunghi silenzi in attesa che uno dei due si decida a fare il primo passo verso un tentativo (il meno palese possibile) di scuse, cercando magari di ricordarsi a chi è toccato farlo l'ultima volta in modo da disporre di un pretesto valido per non farlo di nuovo, sino al tanto auspicato armistizio con annesso trattato di pace siglato a letto e che sarà inevitabilmente violato il giorno dopo o, nel migliore dei casi, dopo due giorni...
Avrete quindi capito su quale spinoso argomento verte questo libro di Hornby: la vita matrimoniale, una delle tante, descritta da una certa Katie Carr, la moglie, alle prese con la classica crisi depressiva indotta proprio dalle continue diatribe e guerriglie familiari col marito David e che, ahimè, non trova conforto nè con l'arrivo di un amante nè con l'affetto dei due figli.
Voi direte, tutto qui? Sì, tutto qui: ma per me è comunque tanto, sia perchè, pur trattandosi di una tematica trita e ritrita, Hornby l'affronta in modo obiettivo, intelligente e divertente, senza mai cadere nella banalità; sia perchè fa sempre molto piacere 'leggere' su carta le sensazioni che vivi ogni giorno: ti fa capire che non sei tu l'unico a subire tutto ciò, non sei l'unico disgraziato sulla terra ad essere stato ingannato da una donna che nel primo anno di convivenza ti sembra una dea e subito dopo rivela la sua vera natura infernale (ovviamente, lo stesso discorso può essere ribaltato per le donne, ma questa è la mia recensione quindi consentitemi lo sfogo... )
E soprattutto, da uomo, devo ammettere che è esemplare il tentativo da parte di David, del marito, di evitare la sorte comune di ogni crisi matrimoniale, ossia la separazione. David decide di 'diventare buono', di imporsi una svolta caratteriale così radicale da lasciare confusa ed intontita persino la moglie che essendosi ormai abituata alla 'cattiveria' del marito perde quasi un punto di riferimento, una certezza della sua vita e cade ancor più in crisi...

"Stasera comunque è diverso. Io prendo il mio libro e David comincia a baciarmi teneramente dietro il collo; poi si rovescia sopra di me e tenta di appiopparmi un grosso bacio delirante sulla bocca, come un Clark Gable orizzontale (e, ammettiamolo, leggermente sovrappeso). E' come se avesse letto l'articolo di una rivista femminile degli anni Ciquanta su come riportare il romanticismo nel matrimonio, ed io non sono affatto sicura di volere riportare il romanticismo nel mio matrimonio. Ero abbastanza soddisfatta del sistema pigia-pulsanti di David, che se non altro aveva il pregio dell'efficienza; adesso mi sta guardando come se fosse la prima volta che andiamo a letto e stessimo per imbarcarci nel più memorabile viaggio interiore della nostra vita.
Lo allontano un pò per poterlo guardare.
"Che cosa stai facendo?"
"Voglio fare l'amore con te".
"Sì, bene, d'accordo. Facciamolo. Non c'è bisogno di tutte queste smancerie."
Mi rendo conto dell'impressione che posso dare, e la detesto, perchè non sono l'intellettuale asessuata del tipo sdraiati-sulla-schiena-e-pensa-all'Inghilterra. Ma la verità è che, se questo fosse il vecchio David, adesso avremmo già finito. Io sarei venuta, lui sarebbe venuto e le luci si sarebbero spente.
"Ma io voglio fare l'amore con te. Non solo fare sesso".
"E questo cosa comporta?"
"Comunicazione. intensità. non lo so".
Ho un tuffo al cuore. I vantaggi del raggiungere la soglia dei quaranta per me comprendono: non dover cambiare pannolini, non dover andare in posti dove la gente balla e non dover essere intensi con la persona con cui vivo.
"Ti prego, fallo a modo mio", mi chiede implorante.
E così faccio. Lo guardo negli occhi, lo bacio dove vuole essere baciato, ci soffermiamo a lungo su tutto e, alla fine (per la cronaca, io niente orgasmo), mi ritrovo sdraiata sul suo petto mentre lui mi accarezza i capelli. L'ho fatto, diciamo, ma non ne vedo la ragione. "

Questo cosa dimostra: che non è facile trovare il giusto compromesso, non è facile capirsi, perchè molto spesso si tende a far ricadere sull'altro la causa della propria insoddisfazione, del proprio malcontento che invece ha motivazioni radicate dentro noi da tempo, tenute sotto terra ma che prima o poi riaffiorano.

"Improvvisamente mi sento disperata, come ci si sente sempre quando da due alternative si passa alla scelta. Voglio tornare indietro di appena qualche secondo, a quando non sapevo che cosa fare. Perchè il punto è questo: quando ci si trova in uno stato di confusione come il mio, il matrimonio è come un coltello nella pancia, e si sa di essere nei pasticci qualunque cosa si decida.
Non chiedere ad una persona con un coltello nella pancia che cosa la renderebbe felice; il punto non è più la felicità. Qui si parla di sopravvivenza: tutto sta nel decidere se estrarre il coltello e morire dissanguati o tenerlo lì dov'è nella speranza che, con l'aiuto della fortuna, il coltello stia bloccando l'emorragia. Volete un parere medico ufficiale? Il parere medico ufficiale è: tenetevi il coltello nella pancia. Davvero. "

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
A chi è in procinto della crisi del settimo anno...
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