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Un’orda di sensazioni olfattive
Diventare il più grande profumiere mai esistito e creare un’essenza esclusiva e sublime che gli permetta di dominare il cuore degli uomini. Questo è il grande sogno di Jean-Baptiste Grenouille, il miglior naso di Francia. Proprio lui, “…nato senza odore nel luogo più puzzolente del mondo, che proveniva dai rifiuti, dagli escrementi e dalla putrefazione, cresciuto senza amore, che viveva senza una calda anima umana, unicamente per ostinazione e con la forza del disgusto, piccolo, gobbo, zoppo, brutto, evitato da tutti, un mostro sia dentro che fuori…”. Suskind ci guida in un mondo spesso ignorato dalla letteratura, quello dell’olfatto, costruendo una trama singolare ed interessante e raccontandola sia attraverso una prosa curata ed elegante, sia attraverso un’orda di sensazioni olfattive che rappresentano l’aspetto principale di quest’opera. Siamo in una Francia settecentesca infestata da puzze rivoltanti. Grenouille nasce in un nauseabondo bugigattolo di pescivendolo parigino, tra il ripugnante fetore di interiora di pesce del locale, i miasmi della putrefazione provenienti dal vicino Cimetière des Innocentes, l’olezzo di meloni marci e corno bruciato dei vicoli circostanti. Abbandonato dalla madre, passato di balia in balia, di tutore in tutore, di padrone in padrone, infonde in chiunque gli stia vicino un senso di disagio, quasi di ribrezzo, per il suo aspetto repellente ma soprattutto per una caratteristica singolare: è privo di qualsiasi odore. Per ovviare a questo suo difetto decide di crearsi un profumo ad hoc, che gli permetta di essere come gli altri, anzi, migliore degli altri, perché un profumo come il suo al mondo non è mai esistito e quando la gente lo sentirà non potrà far altro che cadere ai suoi piedi, si tratti dell’ultimo dei contadini o del Re in persona. Per raggiungere questo suo folle scopo Jean-Baptiste non esiterà ad usare qualsiasi mezzo, perfino a spargere sangue innocente. "…Voleva essere il dio onnipotente del profumo, così come lo era stato nella sua fantasia, ma ora nel mondo reale e regnando su uomini reali. E sapeva che ciò era in suo potere. Poiché gli uomini potevano chiudere gli occhi davanti alla grandezza, davanti all’orrore, davanti alla bellezza, e turarsi le orecchie davanti a melodie o a parole seducenti. Ma non potevano sottrarsi al profumo. Poiché il profumo era fratello del respiro. Con esso penetrava negli uomini, a esso non potevano resistere, se volevano vivere…”.
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