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Padre Orso
Attratto dalla copertina e dalle poche notizie riguardo questo libro in cui mi ero imbattuto online, ho deciso di affrontare la lettura di questo breve romanzo. E non ne sono rimasto affatto deluso. Anzi.
Paasilinna gestisce un romanzo colmo di situazioni incredibili e deliranti, riuscendo a renderle non verosimili, bensì adeguate al contesto della narrazione, che tratta una tematica non inedita quale il ritorno alla natura con una strategia particolare.
Questo ritorno alla natura è infatti spinto dall'improvviso arrivo di un cucciolo di orso in casa di un reverendo protestante. L'uomo, molto peculiare di suo, finirà per fuggire dal paese e dalle sue convenzioni, girovagando con il suo orso ammaestrato.
Ma viene spontaneo chiedersi se sia l'uomo ad addestrare l'orso o non sia piuttosto quest'ultimo che, come un padre accondiscendente, si presta ai giochi del figlioletto, restando comunque la figura di riferimento. Il pastore infatti rinuncia al suo ruolo di guida spirituale, quasi cedendolo all'animale, che lo porterà a vivere situazioni nuove e sconosciute, abbandonando ogni rimasuglio della sua vecchia vita.
È un vero e proprio invito a riprendere le redini della propria esistenza, che spesso lasciamo essere guidata solo da fattori esterni che ci sembrano incommensurabili, salvo essere spazzati via da un gioviale plantigrado.
Ammirevole infine l'abilità di Paasilinna nel non cedere alla faciloneria, rendendo l'orso un personaggio umano, bensì lasciandolo ben compreso nel suo ruolo di animale selvaggio, sebbene educato.
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Amo la letteratura nordica. Dell'autore mi è piaciuto "I veleni della dolce Linnea".