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Grandi potenzialità, ma risultato discreto
Le cose che non so di te l'ho voluto iniziare subito perché avevo grandi aspettative ed ero molto curiosa, ma ahimè devo ammettere che mi ha lasciata un po' perplessa. Non mi è piaciuto così tanto come mi aspettavo e per buona metà della lettura avevo soltanto una grande confusione in testa.
Ma andiamo con ordine, dalla trama sembra che tutto il libro debba essere incentrato sulla vita di Molly e che Vivian sia solo un personaggio secondario, ma invece è tutto al contrario. Per buona parte del libro, la storia si concentra su Vivian, che grazie all'incontro con Molly ripercorre gli eventi del passato e ricorda la sua infanzia infelice.
I capitoli si alternano tra la storia di Vivian, raccontata in prima persona e la storia di Molly, raccontata in terza persona da un narratore esterno. Le due storie sono molto simili e, a volte, ho rischiato di confonderle l'una con l'altra, meno male che all'inizio di ogni capitolo c'è l'anno in cui si svolge la scena. Non mi è piaciuta neanche la scelta di adottare un narratore esterno per la storia di Molly, non mi ha coinvolta abbastanza, come avrei voluto. Invece ho apprezzato molto, il racconto di Vivian, ripercorrere tutte le tappe della sua giovane vita, conoscere i dolori che ha dovuto sopportare e le sofferenze di una giovane orfana.
L'autrice attraverso la storia di Vivian, ha voluto testimoniare un fenomeno avvenuto tra il 1854 e il 1929: i “treni degli orfani” erano dei veri e propri viaggi di bambini rimasti soli, che venivano affidati gratuitamente alle prime persone che li volevano, ma non si trattava sicuramente di adozioni per amore di avere un figlio, ma piuttosto era un modo per poter avere maggiore manodopera, per esempio per un lavoro nei campi, per i maschi, oppure per cucire e accudire i bambini, per le femmine. Nessuno si interessava dei veri sentimenti e dei veri bisogni di questi bambini, che dovevano subire di tutto in silenzio, perché è questo che ci si aspetta da un bravo bambino.
Nel caso di Vivian, la faccenda è un po' più complicata, lei è originaria dell'Irlanda e ha i capelli rossi, ciò non è ben visto da molti americani, che infatti preferiscono altre bimbe a Vivian, inoltre i grandi non dimenticano di rinfacciargli le sue origini, di tanto in tanto.
La storia di Vivian è la parte più interessante di tutto il libro, secondo me, il lettore sente proprie tutte le emozioni di Vivian, si sente vicino alla protagonista.
Veniamo trasportati nel passato, nel periodo tra le due guerre e seconda guerra mondiale, in un America che cerca di riprendersi dalla crisi post bellica, ma che subisce nuovamente le perdite dovute alla seconda guerra, che rivede i suoi uomini cadere ad uno ad uno, partire per non tornare più.
Ma badate bene, probabilmente senza la presenza di Molly all'interno del libro, non avremmo mai conosciuto la storia di Vivian.
Le due protagoniste sono legate da un passato molto simile, anche Molly è sola, è stata adottata ma nella nuova famiglia, le cose non vanno molto bene. Lei è una ragazza apparentemente forte, non tradisce emozioni e si è creata una corazza per proteggersi dalle delusioni, non si aspetta nulla dalla vita e non crede che le cose possano andare meglio. Dopo aver cercato di rubare una copia di Jane Eyre dalla biblioteca, è obbligata a svolgere 50 ore di servizio civile. Queste ore le dovrà trascorrere aiutando Vivian a riordinare la soffitta.
E' così che le due protagoniste si incontrano, ed è così che inizia il libro, da qui conosceremo le vite delle due.
Come vi dicevo, la lettura è stata abbastanza confusa, per me. Solo verso la fine sono riuscita ad ingranare e mi sono maggiormente affezionata al libro. E' per questo e per la presenza di Vivian, che gli do 3 voti.
Un libro, insomma, pieno di emozioni e con grandi potenzialità, peccato che non mi sia piaciuto.