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Rabbia epistolare
Per Moses Elkanah Herzog, ebreo russo trapiantato negli Stati Uniti, non è certo un periodo facile. La sua carriera accademica è in fase di stallo, la situazione economica tutt'altro che esaltante, la vita privata un vero disastro. Messosi alle spalle il fallimento del primo matrimonio si ritrova ora a dover affrontare un altro insuccesso coniugale. La sua seconda moglie Madeleine lo ha praticamente cacciato di casa ed ha ottenuto nei suoi confronti un ordine restrittivo che gli impedisce di avvicinarsi a lei e alla loro bambina. A ciò si aggiunga che la suddetta signora ha una tresca con Valentine, il miglior amico, o almeno finora presunto tale, di Moses. Per esternare la sua delusione, la sua rabbia, il suo livore il protagonista usa un metodo originale quanto innocuo, scrivere lettere piene di risentimento senza mai spedirne una. Gli ipotetici destinatari delle astiose missive sono persone di ogni risma: politici, scrittori, filosofi, psicologi, avvocati, amici, nemici. Herzog ne ha per tutti, nessuno si salva dalla sua penna pungente e rabbiosa, neanche se stesso. Saranno il pragmatico fratello Willie e la sensuale Ramona ad aiutarlo a superare questo difficile momento mettendo a riposo la sua rabbia epistolare. Bellow si rivela geniale dal punto di vista stilistico riuscendo a creare un ottimo intreccio tra il racconto e le numerose lettere scritte da Moses, alternando il discorso diretto a quello indiretto e passando repentinamente dalla narrazione in terza persona a quella in prima. Di contro non si può certo dire che la particolarità dello stile si rispecchi poi nella trama che appare invece poco originale e ancor meno coinvolgente, anche a causa della poca simpatia ed empatia che scaturiscono dal protagonista. Se da una parte le lettere di Herzog offrono interessanti spunti di riflessione ed esprimono un forte senso critico nei confronti della politica americana e di una società consumista, materialista, perbenista, dall'altro appaiono tediose le continue riproposizioni degli stessi concetti. Inoltre il grande numero di citazioni e di riferimenti letterari, se pur di notevole spessore, spesso viene percepito come un mero sfoggio di cultura da parte dell'autore, del tutto avulso dal contesto. Insomma, un libro scritto molto bene e con contenuti di prim’ordine, ma che non brilla certo per piacevolezza e per capacità di trasmettere emozioni.
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Sono sostanzialmente d'accordo con te . E pensare che l'autore in altre opere sa essere veramente originale, ironico...
non ho mai letto nulla di suo, ma da questo titolo mi terrò lontano....
@Emilio: questo è l'unico libro che ho letto di Bellow...se ne avrò l'occasione gli darò un'altra possibilità, tu mi consigli qualcosa?
@Silvia: grazie, effettivamente se vuoi avvicinarti a quest'autore non ti consiglio questo testo...anche se, ripeto, è scritto molto bene...
Per il sottile umorismo, "Ne muoiono più di crepacuore".
Buona lettura.
Più herzog si meterializza, più diventa insopportabile: e se Herzog è il prototipo dell'intellettuale disadattato e arrabbiato - con il capitalismo, con la religione, con gli Usa, con tutto - viene da comprendere perfettamente l'incomunicabilità tra la classe che rappresenta e il mondo reale. Lettura un po' noiosa, grondante di proiezioni falliche dell'autore, ma indispensabile se si vuole apparire eruditi senza esserlo.
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