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Il cerchio
 
Il cerchio 2014-11-24 23:21:41 Mario Inisi
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Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    25 Novembre, 2014
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Da facebook al Grande Fratello

Annie fermò un certo Vipul che, disse, presto avrebbe reinventato interamente la televisione, il mezzo di comunicazione che più di ogni altro era rimasto arenato nel ventesimo secolo. “Dì piuttosto nel diciannovesimo” puntualizzò lui, con un leggero accento indiano, ma in un inglese preciso e superbo. “E’ l’ultimo posto dove i clienti non trovano mai quello che vogliono. L’ultima reliquia degli accordi feudali tra creatore e spettatore. Non siamo più dei vassalli!” concluse e chiese subito il permesso di andarsene. “Quel tipo ha una marcia in più” disse Annie mentre attraversavano la mensa.


Mae Holland, dietro raccomandazione della sua carissima amica Annie, viene presa a lavorare nel Cerchio. Il Cerchio però non è solo un luogo di lavoro, lì non solo vengono portate avanti ricerche all'avanguardia in una infinità di settori e si gestiscono informazioni via web ma è soprattutto il luogo fisico in cui il dipendente è chiamato a vivere. All'interno c’è tutto: dai centri benessere alle feste, al supermercato, al medico personale. Al dipendente è insistentemente richiesto di interagire via web con i colleghi e di partecipare e condividere i propri interessi, la propria vita con gli altri mediante un sistema, credo, piuttosto simile a Facebook. Il dipendente è valutato non solo per l’abilità che ha nel suo lavoro, ma soprattutto per quella che dimostra nella socializzazione cioè in base alla partecipazione a gruppi, a feste, alla condivisione di immagini della propria vita privata, ai mi piace che riceve e alle faccette sorridenti.
In realtà, Eggers estremizza una tendenza che già esiste nella nostra società e che tutti conosciamo. Tante persone condividono la propria vita per il desiderio di rappresentarla a un’altra persona come fosse un film, non ad amici intimi bensì a estranei. Per uno strano meccanismo questi estranei diventano “gli amici”. Ma in questo modo uno tende a recitare una parte mentre nel dialogo a cuore aperto con un amico entra più profondamente a contatto con il proprio nucleo intimo e vitale.
Passano con questa modalità di rapporto concetti distorcenti: l’idea ad esempio di trasparenza come forma di sincerità per quanto riguarda la vita privata e come forma di democrazia per quanto riguarda la vita politica (pensiamo all'idea di alcuni partiti politici anche italiani di fare ogni cosa, ogni incontro via web).
SE NON SEI TRASPARENTE COSA HAI DA NASCONDERE?
In un certo senso la tentazione di vivere la propria vita come un’isola dei famosi, di essere visti e riconosciuti, un aspetto importante nella società di oggi,nel Cerchio viene incentivata e promossa.
"Io voglio essere vista. Voglio una prova della mia esistenza".
Così la perdita del confine tra pubblico e privato viene favorita per il comandamento della trasparenza vista come modalità democratica di rapportarsi agli altri. Penso a certe trasmissioni sui vari delitti che valicano tranquillamente il limite della decenza e del rispetto in nome della libertà di informazione. TUTTO QUELLO CHE SUCCEDE DEVE ESSERE CONOSCIUTO, dicono al cerchio. LA PRIVACY E’ UN FURTO. I SEGRETI SONO BUGIE: CONDIVIDERE E’ PRENDERSI CURA.
Trasmissioni come i reality spingono nella direzione di questa distorta idea di trasparenza e di sincerità totale. Eggers dimostra perfettamente come i rapporti umani, per es. quello tra Mae e Annie, vengano falsati dal fatto di essere uditi e ascoltati da altri. L’elemento di falsità introdotto è lampante. Certe scene, come quella della caccia a Mercer, sono inoltre emblematiche oltre che di tale falsità anche dell’allontanarsi di ognuno da se stesso. La recita diventa non solo con gli altri ma con se stessi.
Trasparenza e controllo sono però due concetti strettamente collegati: ognuno di noi sente esercitato su di sé un controllo quando gli arrivano offerte sui prodotti che ha cercato nel web. Lo scopo di tale controllo viene percepito come commerciale.
Ma estremizzando la capacità di controllo, utilizzando tutti un unico profilo cui legare mail e quant'altro e il proprio nome vero anziché false identità, Eggers arriva a immaginare un controllo pressoché totale. Sicuramente Eggers cita Orwell. Però mentre il sistema politico di Orwell ci pare collocabile in un futuro remoto e forse relegabile nella fantasia dell'autore, il sistema Cerchio ci sembra già allungare i suoi tentacoli su di noi.
Tutta la gente del Cerchio individualmente non sa quello che fa collettivamente, dice Mercer, una delle due teste pensanti del romanzo. Ma il fascino del controllo totale, della trasparenza sono superiori a tutto.
Il Cerchio viene rappresentato dalla figura simbolica dello squalo che divora tutto: gli animali della vasca, anche i più coriacei.
Eggers con il suo interessante romanzo porta alle estreme conseguenze tanti aspetti già noti della nostra società, tante idee malate smascherandone il baco. Credo che l’impegno del romanzo sia il suo più grande pregio. E’ un libro però che si legge facilmente con la sensazione di guardare l’isola dei famosi o qualcosa del genere. Ma certo la lettura per quanto facile non è mai frivola.
Bellissime le descrizioni delle gite in Kajac lungo il fiume in solitudine. Mae assapora la libertà, l’essere sola con se stessa, il contatto individuale e privato, non condivisibile mediante film o foto, con altri. Bellissime e ristoratrici perché la vita dentro il Cerchio è snervante anche per il lettore. Anche il lettore finisce per sentirsi in gabbia, imprigionato, incapace di pensare con la sua testa. Con una identità artificializzata dalla esposizione mediatica. Anche il lettore sente quella voce Mae, Mae ipnotizzante, estraniante che fa uscire Mae fuori da se stessa per diventare una specie di automa.
Il punto debole del romanzo, volendo trovarlo, potrebbe essere che in un simile sistema che punta al controllo totale l’individuo Mae, facciata sorridente del sistema,ha troppo peso. Come può essere tutto quanto nelle sue mani?
In ogni caso il finale è quello giusto. Ovviamente l’altro finale possibile avrebbe svalutato di molto il romanzo.

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