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Moi et le chat...
Docente di psichiatria Nils Uddenberg era certo di non volere animali domestici. Classe 1938, sposato con figli e nipoti non immaginava nemmeno lontanamente che la sua vita potesse essere avvalorata e arricchita dalla presenza di una caparbia e metodica micina, questo sino a quando non si rese conto che la gattina non solo li aveva selezionati tra tanti ma non avrebbe desistito dalla sua missione di “conquista umana”.
Giorno dopo giorno se ne stava appollaiata nel cesto degli attrezzi nel capanno in giardino di Nils, mille ipotesi questo aveva supposto sul perché e il come mai essa risiedesse proprio li ma con scarso successo aveva trovato delle risposte. E così, da un giorno all'altro, quella bestiolina era entrata a far parte della loro vita, li aveva scelti così come loro si erano infatuati di lei (in particolare il professore che ab initizio non la desiderava). Con abile maestria dal continuare a dormire in giardino e trascorrere le giornate in casa la micia era anche riuscita a far si che la sua permanenza nell'abitazione si estendesse alla notte tanto da trovare un caldo luogo di ristoro nella parte finale del letto della coppia, nello specifico a ridosso delle gambe della moglie dell'uomo. A nessuna delle due la condivisione di quello spazio sembrava cosa poco gradita....
Nelle sue 153 pagine lo scritto mostra al lettore la quotidianità della simbiosi tra un umano e un felino; chiunque ne abbia uno, è in grado di immedesimarsi nelle parole di Nils e di rivedere nei gesti di Micia quelli del proprio animale domestico arrivando a pensare:-”Ehi, ma questo lo fa anche il/la mio/mia!”-. Offre inoltre una prospettiva diversa del mondo animale in quanto il racconto non si sofferma solo sull'evidenziare le caratteristiche già note della specie felina ma si incentra anche nel cercare di offrire delle risposte alle curiosità che comunemente affascinano l'uomo. Ad esempio: perché un gatto fa le fusa e soprattutto come ci riesce? Per tentare di dare al lettore qualche risposta l'autore si rifà alla scienza, all'etologia, agli scritti del passato, il tutto con una prosa ironica ed appassionata. Letterariamente parlando non si può gridare al capolavoro poiché l'autore non aveva tra i suoi obiettivi quello di creare un'opera dotta e stilisticamente di classe, il suo scopo era quello di trasmettere le emozioni che questa creaturina è stata ed è in grado di trasmettere ad un cinico uomo di terza età. Con il suo umorismo e sarcasmo il professore riesce a toccare le corde di chi legge che sia o non sia amante degli animali. E' un romanzo adatto a tutti grandi e piccini, non solo ai “gattari”, non è una lettura impegnativa bensì rilassante dunque ottimo per chi ricerca la serenità. Il tutto è avvalorato dalle illustrazioni di Ane Gustavsson che con la sua arte concretizza e figura le parole dell'autore.
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