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NIGDY SIE NIE PODDAMY ( NON ARRENDERSI MAI)
Il termine più appropriato che può definire questo romanzo è: travolgente.
Un turbinio di forti emozioni , si sono susseguite durante la lettura. Commozione, aspettativa, disappunto, tristezza, dolcezza, sgomento….
Un’esordio letterario, per un autore che conquista immediatamente un posto privilegiato, nella rosa di scrittori contemporanei che ritengo degni di nota.
La sua storia è credibile, i personaggi sono perfettamente tratteggiati, il contesto storico inerente all’ Europa centro-orientale della seconda guerra mondiale perfettamente riportato, con innumerevoli informazioni precise e minuziose riguardanti le deportazioni ed il nazismo. Lo stile è interessante, chiaro, la scrittura vivace, tiene il lettore incollato alle pagine dall’inizio alla fine.
La vicenda alterna capitoli ambientati nel passato a capitoli risalenti ai primi anni duemila nei quali, il protagonista, Ben Solomon, ottantatreenne, ebreo sopravvissuto, è stato tra le poche migliaia ad avere la possibilità di emigrare in America e ricominciare a vivere. Casualmente in televisione, vede l’intervista fatta ad un uomo di spicco di Chicago, città dove ora vive e rimane impietrito….
Possibile che il facoltoso Elliot Rosenzweig non sia altri che Otto Piatek,vissuto con lui come un fratello, arruolato da giovane nelle SS, soprannominato il macellaio di Zamosc? Colui che l’ha derubato di tutti i beni della famiglia, che ha perseguitato lui e tutti i suoi cari?
Ben non si dà pace.
La sera della prima al teatro dell’Opera di Chicago, Elliot alias Otto, è invitato come persona di rilievo della comunità locale, durante il discorso di apertura, viene raggiunto da Ben, che eludendo la sorveglianza, riesce a puntargli una pistola in fronte, chiedendo di svelare la sua vera identità…
Riuscirà la potenza del denaro e degli affari a insabbiare questa “brutta” storia? Siamo sicuri che Elliot è davvero il nazista spietato che Ben ritiene di aver riconosciuto? L’avvocatessa Catherine Lockart, sarà disponibile ad ascoltare la storia della vita di Ben, della sua famiglia, di Otto, ed intentare una causa contro il potente magnate?
Confesso che ho fatto fatica a staccare gli occhi dalle pagine, come a chiudere definitivamente il libro al suo termine, ho pianto, sofferto, gioito con un’intensità rara. Sono stata trasportata nel Mondo impazzito di quegli anni, sono stata avvolta dalle mille braccia di chi non c’è più, Ben mi ha presa per mano facendomi vedere la propria vita ed il suo cuore, i suoi sentimenti più intimi, il dolore nel vedere i genitori soffrire, lo sgomento nel non comprendere, la speranza che tutto quell’odio e quella violenza fosse solo un breve e passeggero interludio, il suo amore puro e cristallino per Hanna. Ho desiderato alleviare tanta sofferenza, ho desiderato esserci per poter fare la differenza, curare, coprire, sfamare, consolare, liberare, amare, aiutare……
Tutto questo l’ha prodotto un solo unico insieme di pagine coperto di inchiostro, anche questa è storia, anche questa è memoria, ben vengano i libri che ripropongono storie ambientate durante questo immenso genocidio, non per produrre altra sofferenza, non per rivoltare il coltello nella piaga; per “guardare”, ricordare, scuotere coscienze addormentate, decidere di fare qualcosa anche nel nostro oggi, non così lontano, in tante parti del Mondo, da quei terribili anni.
Non vedo l’ora di vederne la trasposizione cinematografica. Signor Balson continui a scrivere, che io continuerò avidamente a leggere……… Grazie.
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Non conosco l'autore. La tua valutazione, però, lo colloca molto in alto.