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Una cosa divertente che non farò mai più
 
Una cosa divertente che non farò mai più 2014-11-13 18:11:38 Giovannino
Voto medio 
 
3.8
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
4.0
Giovannino Opinione inserita da Giovannino    13 Novembre, 2014
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Wallace e i "nadiriti".

Finora avevo letto solo un libro di Foster Wallace, "Oblio", un libro di racconti, ed onestamente mi aveva entusiasmato a metà. C'erano un paio di bei racconti e poco altro, e anche l'approccio con il suo stile maniacale e iperdescrittivo mi aveva alla lunga un pò stancato. Pensavo peró alla fine del libro che questo stile sarebbe stato perfetto per un saggista (il primo racconto sulla fabbrica di biscotti al cioccolato è emblematico). Ora ho voluto riprenderlo, leggendo una cosa un pò più breve e meno impegnativa, e così mi sono trovato davanti a "Una cosa divertente che non farò mai più" e l'ho preso, per scoprire poi che in sostanza anche questo è un saggio, un saggio antropologico. In queste 150 pagine lo scrittore americano ci racconta di una vacanza che ha fatto su una nave da crociera superlusso (sembra che inizialmente gli sia stato commissionato da un giornale come recensione, poi, vista la lunghezza, si è trasformato in un libro), logicamente, come potrete immaginare, non si tratta certo di una semplice descrizione degli ambienti e delle attività, ma, come detto sopra, l'elemento principale saranno i "nadiriti" (e cioè i passeggeri della crociera) e i loro comportamenti, lui compreso. Bellissime sono le riflessioni che fa su diversi aspetti della crociera, così come l'obbligo di divertimento che vige a bordo e la totale mancanza di responsabilità (i passeggeri vengono infatti viziati come fossero dei neonati). Non mancano nemmeno le solite riflessioni sulla morte e sul personalissimo significato del termine "disperato". Lo stile è quello solito, direi un realismo isterico (molto isterico), il linguaggio è fluido ma intriso di termini tecnici (Foster Wallace si intende di tutto) ed è frequente l'uso di vocaboli ricercati. Immancabili poi le note a piè di pagina (che spesso sono pagine intere), credo ormai che non esista un suo libro con meno di 100 note. In conclusione un libro simpatico e con qualche spunto di riflessione che si legge volentieri, ma sicuramente non adatto a chi ha pretese di romanzi impegnati, per quello dovete passare a Infinite Jest (che ancora non ho letto...).

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Commenti

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Questo realismo molto isterico mi incuriosisce.
In risposta ad un precedente commento
Giovannino
14 Novembre, 2014
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Anche se al primo impatto può sembrare eccessivo :D
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