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Come sconvolgere la normalità
"La prima cosa che guardo" è il secondo libro di Delacourt e dopo "Le cose che non ho" non potevo perderlo.
In entrambi i romanzi lo scrittore, con successo, riesce a stravolgere con un unico avvenimento la vita di persone semplici.
Questa è la volta di un giovane meccanico, che una sera si ritrova ad aprire la porta al suo sogno, questa volta però vivente. In meno di una settimana tutto quello in cui Arthur credeva viene stravolto.
Non voglio anticipare altro sulla trama, ma quello su cui mi voglio soffermare è lo stile dello scrittore e le tematiche che va ad affrontare.
Si parla di normalità, di come un incontro possa condizionare l'avvenire. Di come alcuni non riescano a vivere la propria vita; di come a volte quello che non siamo in grado di trovare da soli (dentro di noi), lo cerchiamo negli altri. Di come un'infanzia difficile posso condizionare le scelte che ci troviamo a fare.
Con Delacourt niente è scontato. Un romanzo che scorre velocemente, che pagina dopo pagina ti coinvolge e ti fa riflettere. Alla fine ti lascia con quell'idea che ti ronza nella testa e ti porta a chiederti: e se fosse successo a me?
Avete mai pensato alla prima cosa che guardate negli altri? La risposta potrebbe raccontarvi qualcosina in più su voi stessi.
Una belle frase è:
"Ma le parole sono codarde e si nascondono; si sentono sminuite davanti alla coniugazione di un corpo da sogno, confuse di fronte alla grammatica tagliente del desiderio; tutte le parole sono inutili nella crudezza delle cose":
Chi non si sentirebbe così davanti al proprio sogno?
Lo consiglio.
Buona lettura!
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