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Cacciatori di neve
La guerra ruba vite, o le deturpa soltanto nella migliore delle ipotesi; talvolta sono vite risparmiate, ma incarcerate.
Così e' la storia di Yohan, un giovane nord coreano prigioniero di guerra in un campo americano. Termina il conflitto e si schiudono le recinzioni, Yohan viene imbarcato con destinazione Brasile, una lettera di presentazione e un'opportunita' per ricominciare .
Una piccola sartoria gestita da un anziano giapponese dalle mani miracolose, la luce che irradia gli scaffali ordinati di stoffe e rocchette, due scrivanie e vecchie macchine da cucire a pedali.
Sono rammendi, cuciture e pezze su abiti lisi che la gente non butta, sistema.
La mescita di memorie di bambino, della reclusione al campo e della nuova esperienza sudamericana ha un fluire alternato ed armonioso, passeggia il libro con cadenza di passi nudi, la consistenza di una goccia di pioggia su un cappello di panno mentre lei chiude gli occhi e china la testa verso un raggio di sole.
Il romanzo non vuole essere un pugnale che sprofonda nei ricordi di guerra o di prigionia ma piuttosto un pennello che ripensa agli attimi di salvezza : una misera coperta condivisa, il sapore di una macchia di cioccolato sulla camicia sgualcita, un passo di danza con un'infermiera mentre il cielo di Natale e' punteggiato di neve.
Scrittura di frasi brevi e leggiadre, esule da ogni variante di ostentazione nella forma o nel contenuto, La riva del silenzio e' un elogio al sussurro, una lettura breve e scorrevole ambientata in un contesto che dirotta verso un'umile pace dei sensi.
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