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La verità è come la morte
Chiusa in una cella del carcere cairota di Qanatir una donna attende altera e impassibile che giunga il momento della sua impiccagione. Il suo nome è Firdaus, la sua professione prostituta, il suo delitto l'omicidio di un uomo. La sua vita non è stata certo facile, donna fragile e indifesa in un mondo dominato dagli uomini. Firdaus ha sempre avuto un padrone, dal padre allo zio, dal marito alla maitresse passando per uomini che si spacciavano per suoi salvatori salvo poi rivelarsi nient'altro che bestie. Anni di violenza e abusi, di fatica e privazioni, di umiliazioni e sottomissione, senza però perdere mai la speranza, la voglia di riscatto, il desiderio di libertà. Ma la libertà ha un prezzo da pagare e per ottenerla la protagonista non trova altra soluzione che diventare prostituta. Una prostituta però senza padroni, che sceglie da sé i suoi clienti, stabilisce il prezzo delle sue prestazioni, si può permettere pasti regali, trucchi e profumi costosi, parrucchieri per signore. La sua fama si diffonde, il suo prestigio cresce, le sue amicizie si estendono ai ceti alti. Ma ancora una volta Firdaus scoprirà quanto abietti possano essere gli uomini e sarà costretta a vincere le sue paure e farsi giustizia da sola. L'autrice raccoglie le confidenze autobiografiche della donna, fattele pochi istanti prima dell'esecuzione, e le diffonde come atto di denuncia nei confronti di un mondo maschilista in cui chi detiene il potere travisa a suo modo e a suo favore leggi e precetti religiosi per legalizzare i più infimi e ripugnanti abusi. Il grido di dolore di Firdaus è quello di migliaia di donne sopraffatte ogni giorno e in ogni parte del mondo da una mentalità sessista che le pone un gradino più in basso nella scala sociale rispetto agli uomini, costringendole di fatto a rinunciare alla propria indipendenza, alla dignità personale, alla libertà. Contenuti quindi forti, attuali, interessanti che ne fanno un libro consigliatissimo anche se non perfetto dal punto di vista stilistico a causa di qualche errore grammaticale e di una serie di inutili e inopportune ripetizioni. Ma non si riesce a restare indifferenti davanti ad un racconto come questo, che commuove, indigna e fa riflettere, è impossibile dimenticare una donna come Firdaus e le sue parole in punto di morte: “…la verità è come la morte, perché uccide. Quando uccisi, lo feci con la verità, non con un coltello. E’ per questo che hanno paura di me e hanno fretta di ammazzarmi. Non hanno paura del mio coltello. E’ la mia verità che li spaventa. Questa verità terribile mi dà una grande forza. Mi aiuta a non temere la morte o la vita, la fame, la miseria, la distruzione”.
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