Dettagli Recensione
Oscar, Marina e Barcellona.
Barcellona. Enigmatica, affascinante, bella, complessa. Questa è e non solo è Marina. Un Oscar Drai ormai adulto apre le danze di questo romanzo narrandoci di quella particolare settimana (in cui il tempo sembra dilatarsi a non finire) in cui scomparve e degli avvenimenti che si susseguirono di cui alcuno aveva conoscenza. Nelle pagine del racconto lo studente instaurerà con la giovane un intenso legame che tenderà sempre più a rafforzarsi man mano che i due cercheranno di risolvere il mistero che ruota intorno alla tomba senza nome sulla quale è raffigurata una farfalla nera.
Il romanzo si caratterizza per alcune peculiarità. Se in un primo momento la lettura scorre rapida ed il lettore è incalzato a pieni ritmi dalla narrazione, questa subisce una battuta d’arresto verso la metà dell’opera a causa, a mio modesto giudizio, della saturazione determinata dall’eccessiva mole di personaggi che per quanto la caratterizzino ne rallentano anche la fluidità rendendo complesso per chi legge seguire tutte le trame che si diramano. Colonna portante del libro è Marina stessa. E’ lei l’origine di tutto, colei che spinge Oscar a rischiare e ad agire, è lei la molla che invita il lettore a “visitare” i sotterranei di Barcellona tra arte, mistero, atmosfere spettrali e creature anormali e non identificabili. L’amore, la vita, la morte, la realtà, la fantasia, il dolore sono alcuni dei tanti sentimenti che Zafon ci dedica con questo suo lavoro. Un romanzo che va capito ed apprezzato per quel che è, che può piacere e non piacere, convincere e non convincere. Personalmente invita alla riflessione ma gli manca quel “qualcosa” che lo renda indimenticabile.
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