Dettagli Recensione
L'amante di Abraham B. Yehoshua
L’amante è una storia raccontata a più voci delle relazioni umane, della comunicazione tra persone diverse, sullo sfondo del conflitto arabo-israeliano del 1973. Yehoshua descrive il grande problema dell'incomunicabilità che affligge Israele: quella, innanzitutto, tra ebrei ed arabi. Ma approfondisce l’argomento, parlandoci anche dell'incomunicabilità tra genitori e figli, uomini e donne. Durante tutto il romanzo i personaggi appaiono silenziosi e sordi, ognuno cammina sulla propria strada in un soliloquio continuo, ognuno cercando l’altro e non incontrando né l’altro, né se stesso. E’ una moltitudine di solitudini diverse, che si dipanano davanti ai nostri occhi.
Adam (uno dei protagonisti principali) cerca qualcuno che ami sua moglie al posto suo (visto che ritiene di non poter più essere lui quello che la renderà felice), per liberarsi dei due sensi di colpa che lo opprimono: la morte del figlio (di cui si ritiene responsabile) e la sparizione dell’amante stesso, per mano sua (cioè dell’elemento estraneo che si insinua nel legame consolidato con la propria moglie, rivoluzionandolo. E’ il nuovo, lo sconosciuto, un universo di possibilità da scandagliare). Perché lui e Asya (la moglie) da molti anni sono due mondi che vivono sotto lo stesso tetto, ma che sembrano non incontrarsi mai. Così come padre e figlia e madre e figlia.
Gabriel, l’amante straniero, viene coinvolto per caso in una guerra di cui non ha niente da condividere: né odio, né paura, né desiderio di conquista. Con questo credo che l’autore ci voglia parlare dell’inutilità di ogni guerra.
Altri due personaggi principali sono Dafi (la figlia di Adam e Asya) e Na’im (un operaio arabo che lavora presso l’officina meccanica di Adam), che rappresentano l’unione dei due mondi in conflitto (ebreo e arabo) e forse l’autore cerca di proporre una soluzione alla guerra, con l’amore e la comprensione. La cosa interessante è che i due sembrano rappresentare una sorta di conciliazione tra i due mondi: lei, convinta che tutti gli arabi odino gli ebrei, capisce con lui che ci sono delle eccezioni, e lui, convinto della stessa cosa, vede in Dafi una persona gentile e amabile, che gli fa scoprire un mondo diverso. Ritengo che nella loro unione (perché verso la fine del romanzo i due divengono amanti a loro volta), l’autore voglia una sorta di riappacificazione fra le due fazioni di questa inutile e cruenta guerra.
E’ un romanzo ben scritto e intelligente, ma non mi ha certamente entusiasmata. Lo rileggerei solo nell’ottica di arricchimento culturale.