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Emigrare
Romanzo americano che intreccia tre storie di emigrazione. I protagonisti sono la bella cilena Salomè vittima delle torture del regime di Pinochet, l’intelligente ebreo francese Samuel fuggito al nazismo e la fragile norvegese Kajia, orfana per mano tedesca. La Svezia è il teatro di questa vicenda, manda in scena attori segnati profondamente da un passato doloroso e da un futuro incerto. Sarà la terra promessa per tutti loro?
La verità storica incontra l’immaginazione, il risultato è una piacevole lettura dai connotati drammatici e passionali. Se da un lato il lettore inorridisce per le torture subite dal popolo cileno, o per l’abbandono di una bimba di tre anni o ancora per la deportazione degli ebrei, dall’altro non può che gioire per l’amore che irrompe prepotentemente e nonostante tutto nella vita dei personaggi. Ci sono, infatti, pagine danzanti, novelli sposi ignari dell’imminente orrore, ci sono righe tenerissime nelle quali una mamma si perde nei lineamenti delicati della propria figlia, ci sono momenti di passione da spiare in punta di piedi. Il tutto è scritto benissimo, dettagliato e coinvolgente. Le tematiche trattate sono diverse ma sapientemente collegate fra loro, la dittatura cilena, il nazismo, l’adozione, la malattia, le terapie psicologiche per salvare il salvabile.
Concludendo, una lettura scorrevole, da provare.
“State pur certi che, più prima che poi, si riapriranno gli ampi viali che percorrerà l’uomo libero, per costruire una società migliore. Viva il Cile! Viva il popolo!Viva i lavoratori! Queste sono le mie ultime parole, e sono certo che il mio sacrificio non sarà vano. Sono certo che, perlomeno, sarà una lezione morale che castigherà la slealtà, la codardia e il tradimento. Salvador Allende”
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