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Danny l'eletto
 
Danny l'eletto 2014-10-18 06:02:37 Emilio Berra TO
Voto medio 
 
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Stile 
 
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Contenuto 
 
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Piacevolezza 
 
5.0
Emilio Berra  TO Opinione inserita da Emilio Berra TO    18 Ottobre, 2014
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Danny e Reuven : storia di un'amicizia

"Se devi chiamarmi in qualche modo, chiamami Reuven" ; "Tu allora chiamami Danny".

Questo romanzo è certamente la storia di un'amicizia fra due ragazzi, ma vi è molto di più : il rapporto di due figli coi rispettivi padri; il fronteggiarsi di due concezioni e tradizioni all'interno della religione ebraica...

Le vicende si svolgono a New York, nel quartiere dove gli ebrei, immigrati dall'Europa, hanno ricostituito le loro comunità. Il periodo è compreso fra gli ultimi anni della Seconda Guerra Mondiale e i fatti successivi alla proclamazione dello Stato d'Israele nel '48.
Il momento storico è cruciale: l'olocausto in Europa; l'estesa, talvolta ricca e influente, comunità ebraica in America che si sente l'unica rimasta la mondo, quindi responsabile anche nei confronti di chi non c'è più. Poi il Movimento sionista per l'edificazione dello Stato d'Israele, con le dolorose spaccature fra chi agisce in favore del progetto e chi vi si oppone per il timore, in caso di riuscita, di una gestione ormai non in linea con le tradizioni originarie e protesa ad una mentalità sostanzialmente laica, 'americanizzata'.
Per chi, come me, ha una conoscenza piuttosto superficiale e un po' stereotipata del mondo ebraico, trova nel libro anche una fonte di conoscenze storico-culturali in misurate digressioni, mai pedanti, relative al Chassedismo, incline all'ortodossia più severa, ed all'Illuminismo ebraico, portatore di apertura e confronto verso la cultura occidentale di stampo laico: due modalità, a cui diversamente aderiscono le due famiglie protagoniste.

La parte preponderante del libro, e comunque sempre presente, è però l'aspetto relazionale/affettivo: Potok delinea grandi figure di padri, per i quali l'educazione dei figli è questione di rilevantissima importanza.
Aleggia, poi, fra le pagine un grande senso di rispetto per le opinioni altrui, e ancor più per chi le esprime. Si vive con forti valori ("L'uomo deve colmare la sua vita di significato"); c'è inoltre una tensione all'approfondimento capace di sorprendere chi mentalmente avesse già espresso giudizi stando alla superficie delle questioni.

Il libro presenta una struttura a cui solo le opere grandissime possono aspirare: nulla di troppo, nulla di troppo poco. In più si respira un'atmosfera di accoglienza, che consola e dà speranza: anche il dolore può essere un percorso necessario di crescita.
La scrittura, senza alcuna caduta di stile, è piana, senza fronzoli e senza enfasi, totalmente coerente al contenuto. L'ultimo capitolo, poi, è di sconvolgente bellezza e significato.
Si tratta di un libro per certi aspetti sapienziale, da cui si esce arricchiti e maggiormente riconciliati con se stessi e con gli altri. Terminata la lettura, si ha l'impressione di aver concluso una buona giornata.
" La sera si sparse lentamente in cielo " .

N.B. La storia narrata prosegue in un successivo romanzo: "La scelta di Reuven".

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Commenti

6 risultati - visualizzati 1 - 6
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Un magnifico commento, Emilio. Potok è un autore che ho in lista da parecchio tempo. Le tue considerazioni sono un incentivo a leggerlo quanto prima.
Anna Maria, grazie per le gentili parole.
Ti auguro buona giornata e buona lettura.
Complimenti Emilio, un'analisi ricca, esaustiva e con ottime considerazioni. Complimenti sinceri, non si trattava di un'opera semplice da descrivere ed analizzare, sei stato bravissimo.
Buona giornata :-)
Ti ringrazio per la gentilezza, Maria.
In risposta ad un precedente commento
Mario Inisi
20 Ottobre, 2014
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Potok ce l'hai proprio nel cuore.
E' fra gli scrittori che preferisco
6 risultati - visualizzati 1 - 6

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