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L'Écume des jours
Parigi. Il ricco e annoiato Colin trascorre le sue giornate tra inverosimili ricette culinarie, strimpellando opinabili strumenti di sua invenzione e bighellonando con il suo migliore amico Chick, uno sperperone ingegnere collezionista delle opere di Jean-Sol Partre. E come dargli torto quando l’ambiente in cui si vive non è altro che quello di una città annoiata e atipica in cui l’uomo non lavora perché farlo sarebbe degradante, un luogo dove la superficialità e i vizi sono all’ordine del giorno e regnano sovrani. Fino a quando non incontra Chloé. L’amore prende il sopravvento nella sua quotidiana futilità e nell’arco di pochi giorni i due decidono di sposarsi. Non hanno tempo nemmeno di iniziare godersi il loro status di novelli sposi che la giovane si ammala. Al ritorno infatti dal viaggio di nozze inizia ad avere difficoltà respiratorie, le sue condizioni peggiorano di giorno in giorno, di ora in ora. Un tremendo male si annida nei suoi polmoni e la sta consumando al tempo di una scarica elettrica. Il parigino ha solo una possibilità per salvare la moglie dalla malefica ninfea che si annida nel suo polmone destro: riempire la sua stanza di fiori. E’ l’unica cura per la patologia di Chloé. Tutto cambia, le stanze da faraoniche diventano microscopiche, il tempo sembra scorrere in modo irrefrenabile, la fortuna di Colin si depaupera a ritmi sconcertanti per sopperire alle costose cure della donna e per la prima volta nella sua vita l’uomo deve lavorare per mantenersi. E mentre la rovina si scaglia sulle loro esistenze il mondo circostante perde colore e forma; niente più sole alle finestre, quadri e tappeti dalle tinte accese non esistono più, la stessa casa si deforma e restringe in funzione dell’infelice ed inevitabile destino che li attende.
Un’opera che sembra convivere con in genio di Buñuel e il pennello di Dalì, un romanzo dove l’amore è il fulcro dell’esistenza dell’individuo che tramite il sogno e la follia supera le convenzioni sociali per sentirsi libero dagli schemi: la vecchia favola di loro che si innamorano, vengono stroncati dalla malattia e dove il sopravvissuto cerca di salvare il colpito dalla inevitabile morte perché il loro amore dovrebbe regnare per tutta la vita ed oltre, nel romanzo di Vian non è solo la storia che tutti conosciamo, ma è soprattutto un sogno, una favola, un disegno, un pentagramma. Colin è al tempo stesso serio ed egoista, generoso ed impulsivo. Come non si fa problemi a trattare il cuoco Nicolas “uno di famiglia”, non si fa scrupoli nel prestare denaro a Chick pur consapevole che non riavrà mai il suo prestito a causa dell’ossessione dell’amico e se alla pista di pattinaggio un uomo muore o in generale qualcuno viene ucciso, pace, sono cose che capitano, le loro morti sono indifferenza per Colin. Ma non lo è invece quella di Chloé che è al contrario una inconcepibile tragedia. Un protagonista con mille e più contraddizioni che è emblema di tutte le caratteristiche insite nel genere umano.
Vian, autore di questa novella, nasce nel 1920 e muore a soli 39 anni al cinema mentre stava scrivendo il libro intitolato “Sputerò sulle Vostre Tombe”; la sua è stata un’esistenza caratterizzata dal desiderio di abbracciare tutte le arti, smania che ha trasmutato universalmente nelle sue opere compresa quella in questione. Il suo romanzo è lo specchio dell’amore spasmodico che nutriva per tutto ciò che lo circondava, e con il suo scrivere lo ha reso tanto parole, quanto drammi quanto musica. E’ surrealismo, allegro cinismo, follia.
Classe 1947, “L'Écume des jours”, titolo originale della fantasticheria perché non è possibile definirla in altro modo, è stilisticamente caratterizzato da dialoghi elementari, sintassi ridotta al minimo ma significativamente ricco di un senso tanto profondo e colmo di sfaccettature quanto la sua comprensione. Per poterlo sinceramente apprezzare il lettore deve partire dal presupposto di un mondo crudele inquadrato dall’ottica di un bambino, del male raccontato attraverso immagini trasognate e poetiche. Non è infatti facile relazionarsi con un mondo dove i topi sono in benvenuti, i cocktail sono miscelati da un pianoforte e la porta aperta da un orologio, ma se l’opera può lasciare dubbi al primo acchito ha le capacità di conquistare il cuore in un secondo tempo.
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Grazie di aver letto il mio commento, sono curiosa di leggere la tua opinione in futuro. :-)
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